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Venezia monstre, grandi ritorni e tre italiani in gara

Venezia monstre, grandi ritorni e tre italiani in gara

Martone, Minervini, Guadagnino. Le storie di Cucchi e Zerocalcare

ROMA, 29 luglio 2018, 16:24

di Alessandra Magliaro

ANSACheck

CAPRI - REVOLUTION di Mario Martone in Concorso alla 75/ma Mostra di Venezia. Foto di Mario Spada concesse dalla produzione - RIPRODUZIONE RISERVATA

CAPRI - REVOLUTION di Mario Martone in Concorso alla 75/ma Mostra di Venezia. Foto di Mario Spada concesse dalla produzione - RIPRODUZIONE RISERVATA
CAPRI - REVOLUTION di Mario Martone in Concorso alla 75/ma Mostra di Venezia. Foto di Mario Spada concesse dalla produzione - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo sguardo sul mondo filtrato dai cineasti, la riflessione più eterogenea in termini di temi, generi e linguaggi come la realtà virtuale, lo scouting dei nuovi autori accanto ai tanti maestri, i registi 'strappati' al festival di Cannes, la conferma dell'apertura ai nuovi produttori di cinema ossia i colossi dello streaming, i tre italiani in concorso (Mario Martone, Luca Guadagnino, Roberto Minervini) e i tanti in giro (24 in tutto, corti di Biennale College inclusi), tanta politica da Trump alla Turchia, autentiche chicche come l'Orson Welles finalmente compiuto e i primi due episodi dell'attesa L'Amica Geniale di Saverio Costanzo, i grandi ritorni al Lido. La 75/a Mostra del cinema di Venezia, stando alla conferenza di oggi a Roma del direttore Alberto Barbera e del presidente Paolo Baratta, sarà un'edizione davvero super tutta da seguire dal 29 agosto, sin dal'apertura in concorso di First Man di Damien Chazelle con Ryan Gosling sul primo uomo sulla Luna fino alla chiusura l'8 settembre passando per i due Leoni alla carriera, Vanessa Redgrave e David Cronenberg. Ecco una guida ragionata con Alberto Barbera.
    - AUTORI E GENERI: tra le cose più "curiose" la presenza di moltissimi film di genere realizzati da autori, "come se avessero capito che il contatto con il pubblico possa ritrovarsi attraverso film musicali, western, polar". Per restare al concorso il western europeo con buone dosi di ironia THE SISTERS BROTHERS di Jacques Audiard con Joaquin Phoenix e John C.
    Reilly, l'altro western dei Coen THE BALLAD OF BUSTER SCRUGGS con un cast che va da James Franco e Liam Neeson a Tom Waits, allo stesso horror di Luca Guadagnino nel remake di SUSPIRIA ai film in costume come THE FAVOURITE di Yorgos Lanthimos.
    - ITALIANI: La CAPRI-REVOLUTION di Mario Martone sulla comunità proto hippy degli anni '10, il remake del cult di Dario Argento SUSPIRIA girato da Luca Guadagnino con nel cast Dakota Johnson e una Tilda Swinton al cubo (tre ruoli camaleontici) e CHE FARE QUANDO IL MONDO E' IN FIAMME? di Roberto Minervini sulla eterna questione razziale americana sono il terzetto in gara per il Leone d'oro di Venezia 75, portabandiera italiano di una squadra che comprende autori come Saverio Costanzo, l'attrice/regista Valeria Bruni Tedeschi con LES ESTIVANTS (Orizzonti, fiction).
    - POLITICA: è una delle cifre di questa edizione: si va dal dramma irrisolto in Siria con ISIS, TOMORROW con l'assedio di Mosul in presa diretta di Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi (Fuori Concorso) e THE DAY I LOST MY SHADOW di Soudade Kaadan sulla condizione femminile (Orizzonti), alla discussa politica di Trump con AMERICAN DHARMA di Errol Morris, dialogo con l'ideologo destra radicale del presidente Usa Stephen K. Bannon (e anche della Lega italiana) (Fuori Concorso), MONROVIA, INDIANA di Frederick Wiseman, viaggio nella provincia più lontana che ha fatto vincere Trump ad un 'fantomatico' colpo di stato in Turchia in THE ANNOUNCEMENT di Mahmut Fazi Coskun (Orizzonti), al leader uruguayano Mujica EL PEPE cui Emir Kusturica ha dedicato un documentario (Orizzonti).
    - NETFLIX E ALTRE PIATTAFORME: Sono i nuovi leader della produzione cinematografica e "ignorarli o ostacolarli come fa il festival di Cannes, applicando la legge francese, non è compito di un festival in assenza di leggi specifiche italiane. Sono Netflix, Amazon e gli altri colossi dello streaming a produrre grandi autori che hanno accettato le nuove regole del gioco".
    Come Alfonso Cuaron in gara con l'attesa nuova opera dopo gli oscar di Gravity, ROMA, storia della sua adolescenza negli anni '70 in una Città del Messico in bianco e nero, girato in assoluta libertà, i Coen (entrambi Netflix, come l'ultimo film di Orson Welles e Sulla mia pelle di Cremonini) e Mike Leigh in gara con PETERLOO (prodotto da Amazon, in sala con Academy Two, l'evento speciale L'AMICA GENIALE (che tra Rai-Hbo annovera Timvision nella produzione della serie Wildside e Fandango).
    - AL LIDO SUPER CHICCHE E GRANDI RITORNI: I cinefili non vedono l'ora: l'incompiuto del grande Welles è in assoluto tra le cose più attese, THE OTHER SIDE OF THE WIND, a 30 anni dalla sua morte finalmente completato con l'approvazione dei familiari e di Peter Bogdanovich che era stato incaricato dal regista della missione. C'è poi il tedesco Florian Henckel Von Donnersmarck in concorso con OPERA SENZA AUTORE, una nuova riflessione sulla Germania ad anni dal magnifico Le vite degli altri, l'artista regista Julian Schnabel AT ETERNITY'S GATE su Van Gogh, a Zhag Yimou in SHADOW (fuori Concorso).
    - TUTTI I TEMI DEF MONDO: Venezia 75 si conferma il festival dell'apertura geografica e tematica dall'ecologia da L'HEURE DE LA SORTIE di Sebastien Marnier (nella nuova sezione Sconfini), alla CAMORRA di Francesco Patierno (Sconfini), ai problemi giovanili nel francese L'ENKAS di Sarah Marx (Orizzonti) passando per i conflitti culturali come in TEL AVIV ON FIRE di Sameh Zoabi o i drammi di cronaca come l'apertura italiana di Orizzonti SULLA MIA PELLE di Alessio Cremonini con un "formidabile" Alessandro Borghi nei panni di Stefano Cucchi nell'ultima settimana di vita. E opere dalle cinematografie poco frequenti nelle nostre sale come Norvegia e Islanda in 22 JULY di Paul Greengrass (sulla strage dei giovani nel 2011) e Giappone con KILLING di Shinya Tsukamoto, entrambi in concorso.
    - SI' SELFIE SI' PARTY: smarcando il festival di Cannes a destra con le piattaforme di streaming (6 titoli solo Netflix), Barbera dà un affondo (finale?) anche con i selfie sul red carpet (quello del Lido a dire il vero non è esattamente la Montee).
    "Siamo restii a imporre divieti anche perché nel campo del digitale è una guerra che durerebbe lo spazio di un mattino" ha detto con una battuta il presidente Baratta. 
   

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