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Verhoeven, c'era solo la Huppert per Elle

Il regista, nel futuro la storia di due suore in Toscana

Paul Verhoeven, a Roma per presentare Elle, già a Cannes e ora in sala dal 23 marzo con Lucky Red in oltre cento copie, non manca di ricordare le traversie di questo film 'difficile' ("alla fine ho dovuto girarlo in Europa grazie ad Isabelle Huppert"), ma parla anche del suo futuro: "Girerò un film (titolo provvisorio Blessed Virgins) su due suore, ambientato in Toscana nel Medioevo e ispirato a una storia vera accaduta nel Seicento in un monastero di Pescia, vicino Firenze". Una vicenda raccontata da Judith C. Brown nel saggio 'Immodest Acts - The life of a lesbian nun in Renaissance Italy', che documenta la storia vera della mistica lesbica Benedetta Carlini. E ancora, tra i suoi progetti, anche un film su Gesù Cristo, basato sul suo libro Jesus of Nazareth, con la figura di un Cristo attivista politico. Anche su Papa Francesco due battute dal regista olandese: "Va detto che io non ho nulla contro il Papa, e questo è sicuramente il migliore che abbia mai visto".

In 'Elle' - vincitore di 2 Cesar, candidato al premio Oscar per la miglior attrice (Huppert) e che ha ottenuto due Golden Globe (attrice e miglior film straniero) - una storia difficile con protagonista una businesswoman, Michele (Huppert) brutalmente violentata nella sua abitazione da uno sconosciuto mascherato. Ma la donna, con un tragico passato, sembra davvero indistruttibile e mostra anche una morale molto allargata. A capo di una importante compagnia di videogiochi, gestisce la sua vita in maniera rude, cinica, proprio come fa con la sua azienda. Anche il brutale stupro nella sua casa non la tocca più di tanto. I vestiti buttati nel cestino, un lungo bagno caldo e si riparte. Alla fine, dopo essersi attrezzata con spray al peperoncino e un'ascia, rintraccia il violentatore e inizia con lui un gioco sado-maso in una sorta di scambio che si rivelerà senza controllo. La mancata candidatura agli Oscar come miglior film straniero non meraviglia il regista: "E' un film difficile per il pubblico americano specie nella terza parte, quando la vittima inizia un gioco sadomaso con il violentatore. Per questo non abbiamo trovato finanziamenti a Los Angeles, né attrici disposte ad interpretare il ruolo di Michele. Dicevano tutte di no. Quindi questa esclusione ha un sapore politico".

Provvidenziale è diventata così Isabelle Huppert: "Abbiamo dovuto riportare il progetto di Elle da Los Angeles a Parigi e lei, che aveva già letto la sceneggiatura, ha subito accettato. La Huppert è sempre stata estremamente audace nell'interpretare i suoi personaggi e questo senza mai cercare le simpatie del pubblico". L'ironia presente nel film, spiega il regista, "era anche nel romanzo ('Oh...' di Philippe Djian, ndr.). Nel libro c'è thriller, ma anche commedia e altro, un po' come la vita che non è certo classificabile con un unico genere". Infine una domanda sull'iconica sequenza di Sharon Stone che in Basic Istinct accavalla le gambe senza mutandine: "L'ho ritrovata nel montaggio del film. L'avevo dimenticata e non avevo mai pensato che fosse speciale. D'altronde avevo una compagna di università che girava sempre senza mutandine. E io e i miei compagni le chiedevamo sempre: 'potresti accavallare le gambe?'. E lei lo faceva".

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