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Operazione UNCLE, guerra fredda e ironia TUTTE LE CLIP

Spy story di Guy Ritchie con 2 agenti 'nemici per la pelle'

Alessandro Logroscino LONDRA

La guerra fredda? Una risata la seppellira'. C'e' avventura, glamour, azione, ma anche ironia e autoironia in 'Operazione U.N.C.L.E.' (SCHEDA ANSA CINEMA), la spy story di Guy Ritchie - papa' dell'ultimo Sherlock Holmes cinematografico - presentata a Londra dalla Warner in vista dell'uscita nelle sale il 2 settembre.

E' la storia, tratta da una popolare serie tv britannica di qualche decennio fa, di due agenti 'nemici per la pelle' condannati nel pieno della sfida ideologica Usa-Urss a una missione comune contro lo spettro dell'apocalisse nucleare che li rendera' alla fine un team: l'avventuriero americano Napoleon Solo, interpretato da Henry Cavill (gia' Superman nell'Uomo d'Acciaio e in certo senso candidato naturale ai panni di 007); e la spia russa, solo apparentemente tutta d'un pezzo, Ilya Kanyakin, impersonato da Armie Hammer (candidato all'Oscar come attore non protagonista per il ruolo di braccio destro e amante di Hoover in 'J. Edgar' di Clint Eastwood). Un film girato senza risparmio di mezzi - in parte in Italia, fra Roma e Napoli - che punta "all'intrattenimento", sottolinea all'ANSA Cavill, senza voler essere tuttavia "semplicistico". Perche' Guy Ritchie - con cui lavorare e' stata "un'esperienza fantastica", esclama all'unisono con Hammer - e' anche regista "complesso".

Capace di dare a modo suo "un messaggio": e cioe' che il mondo non e' sempre diviso fra bene e male, che i contatti e persino i contrasti umani avvicinano oltre ogni ideologia e pregiudizio. Concetto condiviso dalle due protagoniste femminili: la svedese Alicia Vikander ('Anna Karenina', 'The Royal Affair'), che interpreta Gaby, figlia di uno scienziato tedesco che gruppi criminali nostalgici del nazismo hanno catturato per farsi consegnare la formula semplificata di una bomba atomica in grado di dare a chi la possiede un potere micidiale; e l'australiana Elizabeth Debicki ('Il Grande Gatsby'), che veste a perfezione la parte della cattiva, Victoria, moglie del playboy italiano Alessandro (Luca Calvani, cattivissimo pure lui) il quale ha ereditato una fortuna dal padre fascista e nasconde i laboratori dell'organizzazione criminale nelle aziende di famiglia.

"Nel film - spiega in particolare Debicki - abbracciamo con gusto gli stereotipi, su americani, russi, tedeschi, inglesi, italiani, per farne oggetto di divertimento. Ma non c'e' il bianco da una parte e il nero dall'altra, piuttosto un'ampia zona di grigio".

E anche i protagonisti positivi - eroi "di un'altra classe", secondo lo slogan del film - non mancano di lati oscuri. La vicenda e' ambientata nei primi anni '60, senza trascurare alcun clichet dell'epoca: dalla politica alla moda. Tutto comincia all'ombra del muro di Berlino, di fronte allo storico Check Point Charlie, dove Napoleon e Ilya cercano di uccidersi a vicenda in un inseguimento mozzafiato fra Trabant truccate. Poi la scoperta che in realta' Cia e Kgb hanno deciso di collaborare ("cerca di non uccidere il tuo nuovo partner il primo giorno", dice al russo il suo boss) cambia gradualmente ogni cosa. La scena si sposta in Italia, a Roma e quindi a Napoli e sulla costiera, dove - fra colpi di scena ed effetti vari che includono un cameo di David Beckham - si arrivera' all'inevitabile lieto fine.

Lieto fine in cui si ritaglia un ruolo pure l'enigmatico Waverly, uno Hugh Grant al servizio dell'intelligence di Sua Maesta' britannica che immancabilmente si rivelera' vero burattinaio dell'operazione U.N.C.L.E.(sigla dell'improbabile network di spie alleate contro il crimine). L'Italia fa da scenario ai momenti culminanti. E sembra aver lasciato una traccia negli attori. Tutti si confessano conquistati dal cibo, dal vino, dall'ambiente. Elizabeth Debicki giura di essersi "innamorata del caos creativo" del lavoro nella penisola. Concetto che Vikander traduce con "passione". Ma la dichiarazione d'amore piu' impegnativa viene del 'californiano-sovietico' Armie Hammer, che sorridendo proclama: "Credo che Napoli sia la citta' che preferisco al mondo. Mi ci trasferirei, se mia moglie me lo permettesse".

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