Una mostra mette in dialogo il
lavoro di diverse generazioni di fotografe e artiste operanti
nel panorama italiano degli ultimi cinquant'anni: è 'Fotografia
e femminismi. Storie e immagini della collezione Donata Pizzi',
collettiva a cura di Federica Muzzarelli in collaborazione con
il Gruppo di Ricerca Faf/Dipartimento delle Arti dell'Università
di Bologna, in programma dal 5 ottobre al 15 dicembre alla
Fondazione Sabe per l'arte di Ravenna.
L'esposizione focalizza la persistenza ideale, l'eredità
culturale e, insieme, lo sviluppo e i mutamenti dell'immagine e
della presenza delle donne attraverso gli snodi offerti da
quattro nuclei tematici principali: Album di famiglia, Identità
di genere, Stereotipi e spazi domestici, Ruoli e censure
sociali. Lo fa accostando, secondo un montaggio parallelo che ne
rivela concretamente continuità e dissonanze, i lavori di
artiste storicizzate come Liliana Barchiesi, Lisetta Carmi,
Lucia Marcucci, Paola Mattioli e Tomaso Binga, a quelli di
Martina Della Valle, Giulia Iacolutti, Moira Ricci, Alessandra
Spranzi e Alba Zari.
La mostra è anche un racconto nel racconto: quello di
un'iniziativa pionieristica e lungimirante che ha portato Donata
Pizzi a iniziare un percorso di valorizzazione del lavoro delle
donne artiste e fotografe italiane che oggi assume i contorni di
un patrimonio storico e culturale eccezionale. Completano la
mostra una riproduzione anastatica di alcune maquette del volume
collettivo femminista 'Ci vediamo mercoledì. Gli altri giorni ci
immaginiamo' (1978) e una selezione di pubblicazioni e cataloghi
che tracciano la storia espositiva e progettuale della
Collezione Donata Pizzi.
Fondazione Sabe per l'arte, nata nel 2021 come punto di
riferimento per la promozione e la diffusione dell'arte
contemporanea, con una particolare attenzione alla scultura,
quest'anno si è aperta alla fotografia esplorando le sue
relazioni con la ricerca plastica, il paesaggio e lo spazio,
fisico e mentale.
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