I Musei di Palazzo dei Pio celebrano
dal 24 febbraio al 29 giugno Ugo da Carpi (1469/70-1532),
incisore, con la mostra 'Per Ugo da Carpi intaiatore. La tavola
del Volto Santo da San Pietro in Vaticano', curata da Manuela
Rossi e Pietro Zander, organizzata col patrocinio della Fabbrica
di San Pietro in Vaticano, della Diocesi di Carpi e del Museo
Diocesano Tridentino di Trento. L'evento ruota attorno alla pala
d'altare che Ugo da Carpi realizzò 500 anni fa (1524-2024), in
preparazione del Giubileo del 1525. Per quest'opera devozionale
di grande rilievo, un tempo esposta sull'altare del Volto Santo
in San Pietro, secondo per importanza solo a quello papale sopra
la tomba dell'apostolo, Ugo da Carpi si ispirò alla xilografia
La Veronica mostra il velo del Volto Santo tra gli apostoli
Pietro e Paolo realizzata da Albrecht Dürer nel 1510 - presente
in mostra, proveniente dai Musei Civici di Pavia - adattata
all'altare di San Pietro da Francesco Mazzola, detto il
Parmigianino, che l'intagliatore carpigiano frequentò a Roma
proprio in quel periodo, alla vigilia dell'Anno Santo.
Nonostante non abbia goduto di grande fortuna, a causa della
stroncatura che ne fece Michelangelo Buonarroti e riportata
nelle Vite di Giorgio Vasari, le recenti analisi diagnostiche
eseguite dai Musei Vaticani hanno rivelato l'unicità di
quest'opera: non si tratta infatti di un dipinto quanto di un
capolavoro dell'incisione, prodotto attraverso la stampa a più
matrici. La Veronica testimonia inoltre l'intento di Ugo da
Carpi di elaborare una tecnica alternativa alla pittura, tale
che garantisse una sua riproducibilità multipla e che
conservasse il vantaggio di poterla realizzare a più colori e in
grandi dimensioni.
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