Dalla lettera scritta per il padre
Ludovico Buonarroti nel 1496 fino al documento vergato sotto
dettatura da Daniele da Volterra e firmato da un ormai malato
Michelangelo Buonarroti (1475-1564) appena tre giorni prima
della morte, il 18 febbraio 1564 a Roma. Sono queste due delle
342 le lettere scritte dall'artista e adesso restaurate da Casa
Buonarroti a Firenze. Le carte restaurate, grazie al contributo
di Ente Cambiano scpa, provengono dai volumi IV e V dell'ampio
archivio della casa museo.
Il progetto conservativo promosso dall'Associazione degli
Amici della Casa Buonarroti ha previsto il restauro, il
condizionamento e la documentazione fotografica digitale hd di
lettere scritte da Michelangelo e indirizzate a familiari, amici
e personaggi del tempo tra cui papa Clemente VII, la regina di
Francia Caterina de' Medici, la poetessa Vittoria Colonna e
l'artista e storico coevo Giorgio Vasari. La selezione di 342
documenti fa parte dell'ampia raccolta di carte conservate da
Michelangelo nel corso della sua vita e custodita dai suoi
discendenti, andando a costituire il nucleo dell'archivio
familiare che conta 169 volumi e oltre 25.000 carte. Le lettere
restaurate saranno ora riposizionate e custodite nell'archivio
di Casa Buonarroti.
La presidente della Fondazione Casa Buonarroti, Cristina
Acidini, ha spiegato che "il restauro riguarda una parte del
patrimonio della Casa Buonarroti di straordinaria importanza,
una parte che resta dietro le quinte perché si tratta di carte
di archivio, ma che hanno avuto un ruolo fondamentale nel
percorso di conoscenza di Michelangelo Buonarroti". La
restauratrice Antonella Brogi ha sottolineato che l'intervento
si è reso necessario per il degrado della carta, causato dal
tempo e dall'inchiostro metallo-gallico che la perfora. "Nel
quarto volume - ha spiegato Brogi - ci sono lettere varie agli
amici e il quinto confine carte rivolte soprattutto alla
famiglia. Sono stati scelti questi due volumi per l'interesse
che suscitano e per lo stato di conservazione precario per il
quale avevano necessità di un restauro conservativo".
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