Sono tornate al Museo Archeologico
di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dove furono trafugate 37
anni fa, le due sculture in marmo raffiguranti l'imperatore
Settimio Severo, del III Sec. d.C., e la divinità Dioniso del II
Sec. d.C.. Sottratte dai carabinieri del Comando Tutela
Patrimonio Culturale (Tpc), quasi in extremis, ad una vendita da
parte di una delle case d'asta più famose del mondo, Christie's
di New York, dove le due "teste" erano finite provenienti da
collezioni di privati.
La statua più preziosa, quella dell'imperatore romano,
partiva da una base d'asta di 600mila euro, l'altra aveva una
stima inferiore, di 70mila euro. "Ma per noi entrambe hanno un
valore inestimabile" dice la direttrice del Museo Archeologico
dell'Antica Capua di Santa Maria Capua Vetere Ida Gennarelli nel
corso della conferenza stampa per la riconsegna delle due opere.
Gennarelli ammette: "In 40 anni di servizio non mi era mai
capitato di veder recuperate opere così importanti sottratte
illecitamente. Speriamo ora si possa trovare anche l'altra
preziosa statua rapinata nel lontano 1985, quella della dea
Diana". Quest'ultima, nel database dei Carabinieri del
patrimonio culturale, compare nella top ten dei beni più
ricercati.
Le indagini sul recupero delle due statue, e quelle in corso
sulla scultura di Diana, sono coordinate dalla Procura di Santa
Maria Capua Vetere. Per il generale Roberto Riccardi, Comandante
dei Carabinieri del Tpc, intervenuto alla conferenza stampa con
il capo del Reparto Operativo del Comando, Alessandro Carboni,
"è stata fondamentale la collaborazione consolidatasi, nel corso
degli anni, tra il Tpc e le autorità giudiziarie e di Polizia
americane, in particolare con il New York County District
Attorney, nonché con la Casa d'aste newyorkese". Mancano però
all'appello i malviventi che il 18 novembre 1985 rubarono le due
statue recuperate insieme a quella di Diana: i banditi, tutti
italiani e probabilmente campani, difficilmente saranno
identificati.
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