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Eugenia Romanelli, ''Letizia Battaglia, operaia dell'esistenza''

Eugenia Romanelli, ''Letizia Battaglia, operaia dell'esistenza''

Scrittrice la ricorda, 'serie tv perfetta per le scuole'

ROMA, 26 maggio 2022, 11:23

(di Marzia Apice)

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foto scena MINISERIE TV Ria1 Letizia Battaglia - SOLO PER PASSIONE - in onda domenica e lunedì in pima serata - RIPRODUZIONE RISERVATA

foto scena MINISERIE TV Ria1 Letizia Battaglia - SOLO PER PASSIONE - in onda domenica e lunedì in pima serata - RIPRODUZIONE RISERVATA
foto scena MINISERIE TV Ria1 Letizia Battaglia - SOLO PER PASSIONE - in onda domenica e lunedì in pima serata - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Generosa, coerente, con un grande senso di giustizia e capace di costruire una vera sorellanza con le altre donne. Letizia era una autentica operaia dell'esistenza, un essere umano illuminato": così la giornalista Eugenia Romanelli, ideatrice e fondatrice del movimento culturale ReWriters.it, ricorda la grande fotografa Letizia Battaglia scomparsa il 13 aprile scorso. Battaglia, che era membro del comitato scientifico di ReWriters e nel movimento era impegnata a promuovere il talento di giovani fotografe, aveva acconsentito alla nascita di un premio fotografico che portasse il suo nome: "ci teneva molto ad aiutare le giovani autrici.
    Ogni giorno sulla pagina Daily Pic del nostro sito pubblichiamo la foto inedita di una fotografa. Tra quelle pubblicate, lei ne ha selezionate 14 che poi abbiamo esposto nell'edizione 2021 del ReWriters Fest. Siamo stati fortunati, perché Letizia ha fatto in tempo prima di morire a selezionare altre 10 fotografie, che a ottobre saranno in mostra nell'edizione 2022 del festival. Ora ho già preso contatti con la famiglia per portare avanti questo premio", racconta all'ANSA Eugenia Romanelli, che ricorda di non aver mai percepito nella fotografa "un filo di arroganza o di egocentrismo". Dopo il successo di "Solo per passione - Letizia Battaglia fotografa", la miniserie di Roberto Andò interpretata da Isabella Ragonese e andata in onda su Rai1 in prima serata il 22 e 23 maggio, nell'anniversario di Capaci (ottimi gli ascolti, 2 milioni 989 mila gli spettatori nella prima puntata e 3 milioni 285 mila nella seconda, con uno share rispettivamente del 17.8% e del 18.3%), Romanelli sottolinea quanto anche nella fiction la fotografa sia stata ritratta come una donna "attenta a non tradire mai se stessa, che ha lottato contro le ingiustizie, sempre in prima linea per la libertà. Credo che questo prodotto televisivo dovrebbe davvero essere proiettato nelle scuole. E' fortemente educativo: per le ragazze, ma anche per un rapporto equilibrato tra i sessi. Letizia combatteva la cultura patriarcale, sessista, contro la mascolinità tossica".
    "Nella serie ho scoperto tante cose che non sapevo: certo, è una storia un po' romanzata, ma i fatti sono quelli. Letizia non ha mai tradito se stessa: la bambina che era è rimasta intatta, nonostante la brutalità che ha visto nella vita. Se riuscissimo tutti a mantenere intatta l'autenticità del nostro essere bambini, tutte le relazioni sociali sarebbero più sane", prosegue Romanelli, "per il suo carattere e le sue scelte ha pagato costi alti, nei rapporti con le figlie e il marito per esempio. Ma la sua è una di quelle vite esemplari, necessarie per creare delle contronarrazioni capaci di far dubitare di quell'immaginario basato solo sul 'reference man'. Film come questi ci aiutano a capire che ci sono tante possibilità diverse di comportamento e di esistenze". Qual è stato il motivo del vostro incontro? "Letizia stava facendo un workshop alla Crumb Gallery di Firenze, la prima galleria europea dedicata solamente alle artiste donne, a cui lei aveva affidato i suoi nudi di donna, esposti lì per la prima volta e messi in vendita. Così Letizia ha conosciuto mia moglie Rory Cappelli, proprietaria della galleria, e mia figlia, che ha voluto fotografare, e in questo modo l'ho incontrata anche io", racconta ancora, "l'ho conosciuta già 80enne, per me in un certo senso è stato un privilegio perché ho raccolto il massimo della sua maturità.
    Letizia era interessata alla nostra storia di famiglia omogenitoriale e alle nostre battaglie, perché era sensibile a chi cerca di cambiare il corso della storia in nome della propria intima verità. Io avevo fondato reWriters.it, le feci leggere il manifesto ed entrò subito nel comitato scientifico.
    Alla prima riunione fu molto spiccia, 'devi trovare i soldi' mi disse, ora le sue parole risuonano con commozione perché mi ha fatto capire la differenza tra chi vuole fare l'intellettuale e chi, come lei, si rimbocca le maniche scegliendo di sporcarsi le mani. Letizia lo ha fatto per tutta la vita".
   

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