Le grandi macchie di colori primari,
giallo rosso e blu con sfondo spesso nero. I toni forti
dell'amata Spagna, l'uso continuo delle corna che rimanda ai
tori di Picasso. La vitalità dei visi di donna, delle bocche
carnose, dei seni generosi e la celebrazione dell'amore
raffigurato nei fiori, nelle rose, la morte trasfigurata in
teschi beffardi e trasognati. Le figure umane, irreali e
sensuali, plastiche e sfumate allo stesso tempo.
E' l'immaginario di Euphoria, mostra personale dell'artista
romano Gian Luca Gentili curata da Marta Banci che verrà
inaugurata mercoledì 18 maggio ad Avangardysta, il nuovo Bunker
creativo di Roma. Dodici opere, spesso di grandi dimensioni e
dense di energia, in cui - si legge nella nota che accompagna il
lancio della mostra - "la tela non è più uno spazio dove
progettare ma diventa un campo di battaglia dove lascia agire il
suo inconscio, un'emotività incontrollata e senza regole".
Un nome, Euphoria, ispirato con un guizzo dalla serie
televisiva americana ma che in realtà, come racconta l'artista,
racconta una nuova fase del suo percorso creativo. Quello di una
rinascita dopo la tristezza e il grigiore, le incertezze e le
chiusure della pandemia e dei lockdown. Della vitalità e
dell'amore durante i mesi bui della guerra. Opere con cui
Gentili si mette alle spalle i due anni passati e che "non
nascono da un progetto a priori ma da un processo
d'improvvisazione psichica il cui risultato si vedrà solo a
posteriori", come racconta Gian Luca.
Oltre i due anni traumatici, la violenza quotidiana e
ossessiva della guerra, c'è il suo universo fatto di mare, surf,
musica, amore per la famiglia e gli amici. Oltre che artista,
architetto e insegnante, Gian Luca alterna spesso il surf sulle
sue innumerevoli longboard e le performance da dj in grado di
trascinare centinaia di giovani a danzare sulle rive della
Maremma, tutti adoranti, uno per uno ricambiati con un gesto, lo
strappo alle forme al grido di 'immaturiiiiiiiii!'.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA