Non solo terme e musei, non solo
grandi edifici. Il grande architetto ticinese Mario Botta, al
Maxxi da domani con Sacro e Profano, una piccola densissima
mostra che lo racconta attraverso i disegni e i modelli in legno
delle suo opere e due installazioni realizzate proprio per il
museo romano, ha in costruzione in a Leopoli una piccola chiesa
greco ortodossa, un cantiere che incredibilmente non si è
fermato nemmeno con la guerra, nemmeno sotto le bombe. E dal
quale arriva, racconta emozionato "una storia di resistenza e di
speranza".
Si tratta "di una chiesa greco ortodossa - spiega-
progettata per la compagnia di don Orione che a Leopoli aveva
una attività modesta, due preti che ho incontrato là dove
avevano accolto una decina di ragazzi bisognosi, con una povertà
metropolitana che mi ha colpito". Gente determinata, dice, che
ha cominciato a costruire con difficoltà e ha continuato anche
in tempo di guerra. "In queste settimane pensavo che avessero
smesso, invece mi hanno mandato un video del cantiere in
attività, sullo sfondo si sentivano i bombardamenti".
Nell'esposizione al Maxxi questo progetto non c'è "non l'ho
mostrato perché non è finita". E allora la descrive: "E' una
pianta centrale, come fosse una grande cupola e in alto ha un
lanternino dorato, solo quello perché non c'erano i soldi per
dorare tutto". Un elemento importante, al punto che sacerdoti e
comunità non hanno voluto rinunciarvi. Tanto da organizzare per
questo una colletta tra i fedeli di questa poverissima comunità.
"Egidio, il sacerdote ha chiesto se avevano dei gioielli,
qualcuno ha dato anche i denti d'oro". E così, racconta
l'architetto, "quel prete è venuto in Italia con in tasca il
tesoretto dei residui che la gente gli ha dato per fare questo.
E' andato a Bergamo da un artigiano che li ha fatti fondere e
adesso è pronto per dorare il cupolino. E' un atto di resistenza
e di speranza, per me una storia incredibile. Noi abbiamo perso
questa umiltà di credere in una operazione, questa gente invece
ha deciso di finire la sua chiesa e di finirla con una raccolta.
Di fronte a questo mi inchino".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA