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1932, l'elefante e il colle perduto nel cuore di Roma

1932, l'elefante e il colle perduto nel cuore di Roma

Ai Mercati Traiano 100 opere raccontano distruzione della Velia

ROMA, 07 aprile 2022, 15:17

Redazione ANSA

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Non è solo il ricordo di un anniversario, ma la possibilità tornare a uno dei momenti in cui Roma, sacrificando una parte del proprio passato, cambiò per sempre la sua fisionomia: aprirà l'8 aprile "1932, l'elefante e il colle perduto", mostra allestita ai Mercati di Traiano che racconta la scoperta 90 anni fa dei resti fossili di un antico elefante in occasione della costruzione della via dell'Impero, l'odierna via dei Fori Imperiali, quando venne sbancata la Velia, altura nel centro della città.
    In programma fino al 24 maggio e a cura di Claudio Parise Presicce, Nicoletta Bernacchio, Isabella Damiani, Stefania Fogagnolo e Massimiliano Munzi, l'esposizione presenta 100 opere (tra reperti archeologici, progetti grafici e opere d'arte, nonché filmati dell'Istituto Luce), che svelano la trasformazione urbanistica del cuore di Roma negli anni '30 e, insieme, l'alto prezzo pagato dal patrimonio artistico e archeologico per soddisfare i desideri autocelebrativi del regime di Mussolini. La nuova arteria cittadina fu inaugurata il 28 ottobre 1932 in ricordo del decennale della Marcia su Roma.
    Proprio la costruzione della via dell'Impero determinò la distruzione della Velia, uno dei Colli di Roma, altura ricchissima di testimonianze artistiche e storiche.
    La mostra documenta quanto di prezioso venne rinvenuto durante l'intervento. Innanzitutto i resti fossili dell'elephas antiquus, rinvenuti il 20 maggio 1932, con parte del cranio e la zanna sinistra, di cui si presenta il recente restauro. Ma l'esposizione svela anche il giardino di Villa Silvestri Rivaldi, splendida residenza costruita sulla sommità della Velia, distrutto dallo sbancamento. Sotto la Villa vennero ritrovati i resti di una grande domus romana di epoca imperiale, le cui strutture furono demolite, dotata di un criptoportico decorato con affreschi di cui la mostra presenta quattro frammenti.
   

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