Avrà anche un'ispirazione dantesca
la mostra 'Fakes. Da Alceo Dossena ai falsi Modigliani', in
programma dal 7 aprile al 31 luglio negli spazi espositivi di
palazzo Bonacossi, a Ferrara. L'anticipazione emerge nella
giornata del Dantedì, la Giornata nazionale dedicata al Sommo
Poeta: "Continuiamo a celebrare Dante oltre la ricorrenza dei
700 anni dalla scomparsa, indagando gli influssi ferraresi e la
sua straordinaria eredità", dice l'assessore alla cultura Marco
Gulinelli. Tra le opere esposte ci sarà infatti la scultura
'Primo Amore', mezzobusto in marmo-alabastro di Beatrice
Portinari, il 'primo amore' di Dante, a firma di Pietro Parenti
(1875-1948), scultore e pittore pisano. La statua, del primo
'900 - già in una villa di Poggio Renatico e oggi in una
collezione privata - rimanda alla musa del Divin poeta, senza
citarla espressamente.
"Una statua dal soggetto medievale, scolpita in abiti tipici
Trecenteschi ma pienamente Novecentesca. Anche questo è un
esempio dell'aspetto profondamente relativo del falso
nell'arte", dice Lucio Scardino, scopritore dell'opera dantesca
e protagonista, l'anno scorso, per i 700 anni della morte di
Dante, del percorso di approfondimento - attraverso l'arte
ferrarese - dell'opera e delle suggestioni dantesche, culminato
con il progetto di restituzione della memoria di un autore, fino
ad allora pressoché ignoto, Manfredo Manfredini, (1881-1907).
"Che cosa, infatti, può dirsi 'falso'? Un soggetto di un'altra
epoca a cui ci si ispira, magari liberamente e attingendo
pienamente alla propria immaginazione, ma in assoluta buona
fede? Una chiara volontà di ingannare il pubblico? La
strumentalizzazione di qualche mercante senza scrupoli che
spaccia per coeva un'opera che coeva non è? Attraverso 'Primo
Amore' e altre opere esposte la mostra 'Fakes' aiuterà a
indagare e approfondire questi aspetti. Si scoprirà che verità e
menzogna, perlomeno in questo ambito, sono concetti non di rado
ambivalenti".
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