Con l'arrivo del nuovo presidente
del Consorzio delle Residenze Sabaude Michele Briamonte, la
Reggia di Venaria si appresta a un grande cambiamento: mettere a
reddito l'immenso valore della struttura attirando capitali di
investimento privati.
Il modello, del tutto nuovo nella gestione dei beni culturali
in Italia, guarda soprattutto agli Usa, dove non è inusuale che
gli investitori si interessino al settore della cultura. Ma la
condizione per farlo è individuare delle modalità per cui i
capitali finanziari così investiti possano essere remunerati.
"Dobbiamo rendere la Reggia - spiega il neopresidente
all'ANSA - capace di attirare investimenti non mecenatistici.
C'è in giro una grande liquidità e a noi non mancano
attrattività e capacità di costruire ingegnerie finanziare. Ma è
fondamentale che i capitali che intendiamo attrarre conseguono
la loro corretta remunerazione".
Ai progetti culturali fatti di mostre, convegni, conferenze e
studi, curati dal direttore della Reggia Guido Curto, si
affiancherà quindi una nuova attività che potrebbe spaziare
dagli accordi commerciali agli interventi sulla
digitalizzazione, fino all'idea di sfruttare per la ricettività
gli ampi spazi non utilizzati della residenza. Il tutto senza
tralasciare il fronte dei visitatori: 130 mila nell'anno
pandemico segnato dalla chiusure che si sta per concludere,
almeno 250 mila l'anno nelle intenzioni del direttore e del
presidente della più conosciuta residenza sabauda piemontese.
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