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Archeologia: la geomatica sta cambiando lavoro le ricerche

Archeologia

Archeologia: la geomatica sta cambiando lavoro le ricerche

Porcelli (Politecnico Torino), urge approccio multidisciplinare

IL CAIRO, 19 novembre 2021, 14:07

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La necessità di nuovo approccio multidisciplinare che metta insieme i settori dell'archeologia, egittologia, geofisica, geologia e geomatica è stata sottolineata da un professore di Fisica presso il Politecnico di Torino, Franco Porcelli,nel corso di un seminario online organizzato questa settimana dal Centro Archeologico Italiano dell'Istituto Italiano di Cultura al Cairo.
    "La mia visione è che, nell'arco dei prossimi 50 anni, i progressi nelle strumentazioni geofisiche e del remote sensing porteranno a rivoluzionare il modo in cui lavorano gli archeologici", ha scritto Porcelli all'ANSA rispondendo alla richiesta di sintetizzare l'intervento fatto al webinar tenutosi martedì scorso.
    La geomatica è la tecnologia di rilevamento e trattamento informatico dei dati relativi alla terra e all'ambiente.
    Porcelli è noto per aver coordinato la terza scansione georadar della tomba di Tutankhamon, condotta da un team del Politecnico di Torino, in collaborazione con l'Università di Torino e due aziende private (Geostudi Astier di Livorno e 3DGeoimaging di Torino) e con esperti del Ministero delle Antichità egiziano.
    La ricerca italiana ha sostanzialmente smentito la teoria dell'egittologo inglese Nicholas Reeves, secondo il quale la tomba di Tutankhamon sarebbe parte di una più grande, forse appartenente alla Regina Nefertiti. "Purtroppo i dati geofisici da noi raccolti non mostrano la presenza di camere nascoste e di corridoi adiacenti alla tomba di Tutankhamun - ha argomentato Porcelli - e pertanto il nostro lavoro non supporta la teoria di Reeves". "Il risultato potrà sembrare deludente - ha aggiunto il docente - tuttavia, il rigore scientifico con il quale è stato ottenuto dimostra la che la Geofisica è matura e può fornire risposte conclusive in merito a questioni e dispute di natura archeologica". Il docente ha anche dichiarato di essere pronto a mettere a disposizione di future missioni egiziane nella Valle dei Re tutti i dati raccolti dal team italiano.
   

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