Cuore dell'agricoltura antica, base
dell'approvvigionamento della capitale dell'impero, profetessa
italica del chilometro zero: la villa rustica romana continua a
sorprendere nella zona di Acilia-Malafede. La Soprintendenza
Speciale di Roma ha appena restaurato la Villa di Fralana, una
villa rustica attiva in età imperiale, del II e III secolo dopo
Cristo, e domenica 7 novembre un open-day sarà l'occasione per
condividere con la cittadinanza gli interventi realizzati e
riscoprire l'area archeologica.
Il sito era noto già dalla metà degli anni Ottanta, quando a
seguito di indagini preventive erano venuti alla luce un'area di
sepolture inquadrabili nel sec. II d.C. e un ampio bacino
finalizzato allo sfruttamento delle risorse idriche del
sottosuolo (cosiddetto lacus). Successivamente è stata scoperta
l'ampia villa rustica, sottoposta a vincolo archeologico
diretto, escludendola così dalle attività edificatorie e
salvaguardandola all'interno di un parco pubblico.
"Roma non è solo il centro storico, ma anche tutto quello che
si trova lontano dal cuore della città, dai siti e dai percorsi
più noti dell'archeologia. Ed è proprio con questo tipo di
scoperte e di interventi che la Soprintendenza Speciale di Roma
incarna al meglio la sua funzione di tutela del patrimonio -
spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma -.
Un'operazione per riscoprire un'area archeologica, un'occasione
di approfondimento di studio per gli archeologi, un motivo di
orgoglio per i cittadini della zona circostante".
Per mantenere la villa in buone condizioni e non abbandonarla
alla naturale usura del tempo e delle condizioni meteorologiche,
la Soprintendenza è intervenuta per il recupero della Villa di
Fralana e la tutela dell'area. Una operazione, realizzata con la
Eos Arc Srl, e consistita in lavori di ripulitura, restauro
d'urgenza, sistemazione della zona vincolata, che ha riguardato
le strutture e le pavimentazioni musive, nonché lo sfoltimento
della fitta vegetazione spontanea che aveva ricoperto pressoché
completamente la villa. Le attività svolte in questa nuova fase
hanno così reso possibile la riapertura degli ambienti e delle
pavimentazioni.
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