Il Museo Egizio amplia il suo
percorso di visita, conducendo il pubblico in un itinerario a
ritroso 'Alla ricerca della vita'. E' questo il nome con cui è
stato battezzato il nuovo spazio articolato su due piani. Al
centro una speciale teca, allestita per contenere 91 mummie ed
essere al tempo stesso vetrina e deposito, garantendo così i
massimi standard conservativi per resti umani ed organici
estremamente fragili. "Ripartire è stato fondamentale e noi lo
facciamo con un grande investimento", spiega la presidente del
Museo Egizio, Evelina Christillin.
Realizzata col sostegno della Consulta per la Valorizzazione
dei Beni Artistici e Culturali di Torino, la sala 'Alla ricerca
della vita', esplora il tema della vita nell'antico Egitto, il
rapporto della cultura nilotica con la mummificazione e il
concetto di aldilà, partendo dallo studio dei resti umani e dei
corredi che in alcuni casi li accompagnano. Sei i
"protagonisti", scelti di età differenti per mostrare le varie
fasi dell'esistenza, da quella nemmeno sbocciata di un feto,
fino all'avanzata maturità di una donna cinquantenne.
La sala "Alla ricerca della vita" non si confronta solo con
lo studio dei resti umani, ma anche con il tema della loro
esposizione e le implicazioni etiche che la caratterizzano. Una
questione di grande complessità, che vede il Museo impegnato in
un confronto costante, da una parte con il proprio pubblico,
dall'altra con la comunità scientifica nazionale e
internazionale.
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