È stato riaperto il secondo lotto
della Pinacoteca provinciale di Salerno e, contemporaneamente,
l'opening della mostra A Sud del Barocco, geografia di un tempo
dell'arte, curata da don Gianni Citro. Proposta dalla Fondazione
Meeting del Mare C.R.E.A., l'esposizione è organizzata in
collaborazione con la Provincia di Salerno e la Regione
Campania, attraverso SCABEC S.p.A.
"Un momento storico per tutta la comunità salernitana -
sottolinea il presidente della Provincia Michele Strianese -
innanzitutto per la consegna alla città del secondo lotto della
nostra Pinacoteca, una cornice ideale per eventi culturali come
in questo caso la mostra A Sud del Barocco. Abbiamo aperto al
pubblico 6 nuove sale che ci permettono di rimodulare, mediante
una nuova rilettura museale e museografica, l'impianto
espositivo sia delle preziose opere presenti e sia delle ultime
acquisizioni".
"Contemporaneamente, proprio per promuovere l'apertura di questo
nuovo plesso di grande rilievo storico artistico, abbiamo deciso
di inaugurare la Mostra "A Sud del Barocco, geografia di un
tempo dell'arte" composta da 30 capolavori di pittura barocca
meridionale, provenienti da collezioni private, che disegnano un
importante percorso di indagine nella storia dell'arte del Sud
del nostro paese. Speriamo che l'esposizione possa rimanere
aperta senza interruzioni. Tutto il segmento della cultura-
aggiunge - come molti altri ambiti, purtroppo è penalizzato
dall'emergenza epidemiologica. Nel rispetto della normativa
nazionale e regionale di prevenzione da Covid-19, se la nostra
Regione dovesse diventare arancione, naturalmente saremmo
costretti alla chiusura temporanea. In quel caso si procederà a
prorogare l'apertura al pubblico che attualmente è prevista fino
al 9 maggio 2021. Nel frattempo consiglio a tutti di visitarla".
Alla mostra è intervenuto anche il presidente della Regione
Campania Vincenzo De Luca il quale ha detto: "intendiamo
valorizzare su tutto il territorio regionale queste preesistenze
culturali incredibili che abbiamo. Daremo una mano perché la
cultura è l'anima di un Paese, ma è anche lavoro per migliaia e
migliaia di persone che stanno soffrendo da mesi per la
pandemia".vale la pena visitare".
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