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Napoleone e il mito di Roma ai Mercati di Traiano

Napoleone e il mito di Roma ai Mercati di Traiano

Per 200/o della morte, Bonaparte visto con occhi dell'antico

ROMA, 04 febbraio 2021, 13:13

Redazione ANSA

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Napoleone, il condottiero.
    L'imperatore. Certo. Ma anche l'uomo che ben conosceva il potere dell'arte e della riscoperta dell'antico. In occasione del bicentenario della morte di Bonaparte, è proprio a "Napoleone e il mito di Roma" che il Museo dei Fori Imperiali ai Mercati di Traiano dedica la mostra della "riapertura" (da oggi fino al 30/5). Un viaggio lungo oltre 100 opere tra sculture, dipinti, stampe, medaglie, gemme e oggetti di arte cosiddetta "minore", in gran parte in arrivo dalle Collezioni Capitoline ma con prestiti importanti come il busto in bronzo dal Louvre o il fregio con il Trionfo di Alessandro Magno a Babilonia dai Musei Civici di Pavia e realizzato per il Quirinale (che avrebbe dovuto diventare il palazzo dell'imperatore). "Una mostra - racconta all'ANSA Simone Pastor, curatore insieme a Claudio Parisi Presicce, Massimiliano Munzi e Nicoletta Bernacchio - che approfitta di Napoleone per parlare dell'antico e dei suoi modelli. Una sorta di Napoleone allo specchio, visto attraverso gli occhi di Augusto, Alessandro Magno, Giulio Cesare. E' un taglio di racconto completamente differente, che lega la mostra ancora di più al luogo. Fu proprio il governo napoleonico, infatti, tra il 1811 e il 1814, a dare il via agli sterramenti per liberare l'area a sud della Colonna di Traiano, già presa a modello per la realizzazione per la Colonna Vendôme a Parigi".
    Tre le sezioni, dedicate a Napoleone e il mondo classico, Napoleone con l'Italia e Roma e i modelli antichi nell'arte e nell'epopea napoleonica. "C'è tutto il rapporto di Napoleone con questa città, dove non arrivò mai, e la romanità - aggiunge la soprintendente capitolina Maria Vittoria Marini Clarelli - La mostra ci accompagnerà fino alla data letale del 5 maggio". Nel frattempo, "anche noi saremmo molto felici di poter aprire nel week end. Sarebbe tra l'altro un modo per distribuire maggiormente e in più luoghi il pubblico".
   

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