Avrebbe dovuto chiudere i battenti
ieri la mostra 'La riscoperta di un Capolavoro' con la
ricomposizione del Polittico Griffoni di Francesco del Cossa ed
Ercole de' Roberti, capolavoro rinascimentale perduto e
riportato a Bologna, a Palazzo Fava, a 300 anni dal suo
smembramento. Ma 'Genus Bononiae. Musei nella Città' ha
annunciato che le sedici tavole non ripartiranno alla volta dei
nove musei proprietari, poiché hanno concesso un'ulteriore
proroga ai prestiti, rinnovati fino al 15 febbraio. Si attende
dunque di conoscere a livello nazionale le sorti della
riapertura dei musei e, a livello regionale, di capire in quale
fascia di rischio verrà valutata l'Emilia-Romagna.
"Quello che potrebbe sembrare un paradosso, la proroga di una
mostra chiusa, diventa un gesto di fiducia incondizionata da
parte dei Musei prestatori nei confronti di un progetto che ha
consentito di riaccendere i riflettori sulla centralità della
città di Bologna nel panorama dell'arte Rinascimentale - dice
Fabio Roversi-Monaco, presidente di Genus Bononiae - Significa
inoltre, da parte del museo, un messaggio di ostinata volontà di
riportare al centro della discussione politica il ruolo
fondamentale della cultura, di cui gli spazi museali si fanno
custodi e interpreti. È assodato oramai che i musei possano
essere fruiti in sicurezza, ma le riaperture restano vincolate a
indici di contagio più generali e territoriali. Fino all'ultimo
vogliamo tentare di dare al pubblico l'opportunità di godere di
quest'opera straordinaria, visitando una mostra che
all'unanimità è stata definita irripetibile. È in questo senso
che rivolgo un appello alle istituzioni, locali e nazionali,
alle quali chiedo una concessione speciale, come speciale e
irripetibile è questa operazione: 30 giorni di apertura, in
totale sicurezza, con numeri contingentati e visite su
appuntamento".
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