Non sempre è necessario essere
pittori per realizzare un quadro. Soprattutto quando non si
hanno velleità artistiche e si usano alcune tecniche, come la
fluid painting, tutti possono dipingere- E per i malati
oncologici la pittura diventa addirittura un toccasana. Grazie a
Mirosa Magnotti, presidente di Acto Campania, alcuni pazienti
del Pascale, per un giorno, si sono improvvisati artisti.
Guidati da Elisa Panza le pazienti (benché invitati gli uomini
si sono mostrati più timidi) nella sala Consiglio dell'Istituto
dei tumori, per tutta la mattinata, hanno imbrattato tele,
spargendo ognuna di loro i colori che più amavano. E da quella
mistura sono usciti quadri astratti e variopinti. Entusiasti
tutti e un po' di più una paziente, che ha combattuto contro tre
tumori e da qualche tempo in cura presso il reparto di
psiconcologia. Ha dipinto da sola 2 quadri, ma avrebbe
continuato a mischiare colori e a imbrattare tele se il marito
non fosse venuto a prenderla. .
Esperimento riuscito, dunque? Per Mirosa Magnotti, solo in
parte. La fluid painting ha un obiettivo presuntuoso: portare
l'arte nei reparti, coprire con la pittura i pomeriggi lunghi e
tristi dei pazienti ricoverati. Causa Covid, ovviamente tutto
questo per ora non è possibile, ma il laboratorio è avviato.
Cinque i quadri realizzati, ma Acto Campania non si ferma e ha
intenzione di adottare non una parete, ma un intero piano del
Pascale. I dipinti saranno esposti sulle pareti dell'Istituto e
affiancheranno le tele di alcuni artisti, veri, che hanno donato
le loro opere per rendere le pareti ospedaliere meno tristi.
Dalla generosità di Alessandro Ciambrone, Gennaro Regina,
Carmine Meraviglia, Giovenale Tresca, due mesi fa il direttore
generale, Attilio Bianchi, ha lanciato il bando . Numerose
finora le adesioni. Il bando si chiuderà a settembre con una
grande mostra a cui parteciperanno anche i dipinti dei pazienti
artisti per un giorno.
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