Una mostra celebrativa dell'unione
tra padre e figlia che li ha portati a sperimentare e lavorare
insieme nell'arte dal 1976 al 1997: fino al 29 ottobre è
possibile visitare negli spazi di Regione Lombardia, in via
Galvani, la mostra di Laura e Salvatore Fiume che offre
l'opportunità di scoprire le affinità e le differenze fra questi
due artisti, padre e figlia, che solo una volta hanno esposto le
loro opere nella stessa mostra, nel 1990, scegliendo di
dipingere entrambi sullo stesso materiale: lo specchio.
Salvatore Fiume è uno dei più grandi artisti del '900 italiano.
Sue opere sono conservate in alcuni dei più importanti musei del
mondo, dai Musei Vaticani all'Ermitage di San Pietroburgo, dal
Moma di New York al Museo Puskin di Mosca. A più di vent'anni
dalla sua scomparsa la mostra che racconta di un sodalizio
artistico e umano che negli anni gli ha portati a sperimentare
nei grandi spazi di una ex-filanda a Canzo, in Brianza, fra
studi di pittura e laboratori di ceramica, serigrafia e
litografia. L'uso di materiali diversi dalla tela L'elemento
comune che gli distingue e unisce è dato dal punto di partenza
delle opere. Le opere di Salvatore Fiume, scelte per questa
mostra, appartengono ad un arco produttivo che va dal 1964 al
1996 e furono realizzate su diversi supporti come carte da
parati o tessuti. Questi materiali fecero il loro ingresso nella
pittura di Fiume al suo ritorno da un soggiorno a Londra negli
anni '60. Le opere di Laura Fiume, presenti all'esposizione,
sono invece state realizzate dopo la scomparsa del padre, fra il
2006 e il 2019, e celebrano il mondo del design attraverso opere
in ceramica e d'arredamento per interni e collaborazioni con
aziende prestigiose. Le opere esposte sono un omaggio all'opera
di tre grandi architetti: Paola Navone, Gio Ponti e Philippe
Starck. La figura di Gio Ponti fu molto importante nella vita di
Salvatore Fiume e della sua famiglia perché fu lui a
commissionargli i dipinti per i transatlantici Giulio Cesare e
Andrea Doria negli anni '50. Laura invece ha dedicato al grande
architetto cinque opere, ispirandosi agli elementi del suo
lavoro che più l'hanno colpita.
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