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Salvator Mundi, una nuova puntata del giallo

Esperta Usa, di Leonardo solo ritocchi, acquisto cattivo affare

NEW YORK - Nuova puntata nel giallo del Salvator Mundi. "Chi lo ha comprato non ha fatto un buon affare", ha detto al Guardian Carmen Bambach, una delle massime esperte al mondo di Leonardo. Responsabile dei disegni del Rinascimento al Metropolitan di New York, la Bambach e' convinta che la tela scomparsa dalla circolazione dopo esser stata battuta all'asta da Christie's nel 2017 per la cifra stratosferica di 450 milioni di dollari sia opera di Giovanni Antonio Boltraffio, un assistente di Leonardo, con "solo pochi ritocchi" di mano del maestro.

L'attribuzione della Bambach, contenuta in un monumentale saggio in quattro volumi su Leonardo che uscirà negli Usa il 25 giugno, si basa su vari fattori incluso quello di aver visto il dipinto durante l'ultimo restauro nel 2007: "So quanto fosse danneggiato". La storica dell'arte contesta anche la tesi che il quadro avrebbe potuto far parte del collezioni di re Carlo primo: "Non c'e' documentazione fino a meta' Ottocento". Nel 2011, prima di diventare l'opera d'arte piu' costosa della storia, il Salvator Mundi fu esposto nella controversa mostra "Leonardo: pittore alla corte di Milano" della National Gallery di Londra. Parte di un gruppo ristretto di esperti invitati a vedere il dipinto in anteprima nel 2008, la Bambach e' rimasta sorpresa un mese fa quando il museo londinese e' tornato alla carica chiedendole il permesso di render pubblico il suo nome tra quelli del gruppo che aveva partecipato alla visita.

"Nessuno mi chiese allora cosa pensassi del Salvator Mundi", ha detto la storica dell'arte al Guardian: "Includere il mio nome sarebbe un tacito consenso all'attribuzione a Leonardo. E io non sono d'accordo". La National Gallery continua a difendere la decisione di aver esposto il Salvator Mundi come "una importante opportunita' di testare la nuova attribuzione con un confronto diretto a opere universalmente accettate". La richiesta alla Bambach ha tuttavia creato perplessita': "O la National Gallery sta ancora facendo campagna per dimostrare di non essersi sbagliata, o il suo nuovo consiglio di amministrazione e' preoccupato e cerca chiarimenti", ha detto Michael Daley, direttore di Art Watch UK. Secondo fonti stampa nel 2017 il Salvator Mundi fu acquistato dal principe saudita Badr bin Abdullah per conto dell'erede al trono e uomo forte di Riad, Mohammed bin Salman, con l'intenzione di farne il pezzo forte del Louvre di Abu Dhabi. Da allora pero' del dipinto si sono perse le tracce. La scorsa settimana sempre il Guardian ha rivelato che non sara' esposto neanche al Louvre di Parigi per la grande mostra su Leonardo prevista in autunno: i curatori del museo francese concorderebbero che il quadro non sia di Leonardo.

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