Sandro Visca era un artista già noto prima che quello che sarebbe diventato il suo più famoso allievo, Andrea Pazienza, lo trasformasse nel protagonista di alcuni dei suoi fumetti più ironici e dissacranti.
Le opere di Visca saranno esposte a Roma, ingresso gratuito, fino al 12 gennaio 2025, nella mostra 'Fracturae' al Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese. Una selezione di oltre cento opere presenta la produzione più recente dell’artista abruzzese. Grandi tele, installazioni e un’ampia selezione su carta documentano i suoi sessant’anni di attività. Il focus della mostra, organizzata dalla Fondazione Pescarabruzzo e curata da Generoso Bruno, è sul continuo dialogo tra la materia, la sua messa in forma e la sua percezione. Per la prima volta, assieme ad altri inediti, sarà esposta l’installazione parietale Amore Amore del 2024, l’opera, su supporti in ferro e ceramica al terzo fuoco, Stercus diaboli del 2018 e la grande tela Fracturae che ha impegnato l’artista tra il 2018 e il 2021.
Visca è tornato alla ribalta nel luglio 2022 in occasione del sorprendente ritrovamento di alcune opere giovanili di Andrea Pazienza nella casa al mare appartenuta alla sua famiglia a San Menaio, Foggia. Si trattava di disegni fatti sulle pareti della cameretta con bombolette spray, successivamente intonacati e riportati alla luce fortuitamente dal nuovo proprietario dell'appartamento. Protagonista la caricatura di Visca, amorevolmente preso in giro a sua insaputa 50 anni prima, quando i disegni furono realizzati. Brevi apparizioni dello stesso Sandro Visca avrebbero poi fatto capolino anche in 'Penthotal' e 'Zanardi' che, insieme a 'Pompeo', hanno consacrato la fama di Andrea Pazienza, scomparso a soli 32 anni nel 1988 ma reso immortale dal talento unico, legato alla sua fantasia dissacrante e alla capacità di disegnare, prima di tutto, con la mente grazie alla straordinaria conoscenza dell'anatomia umana e animale.
"Non ero a conoscenza di questi disegni che mi rappresentano, fatti da Andrea con la sua ironia micidiale. Sono colpito dal ritrovamento e anche dalle frasi che sono testimonianza puntuale del rapporto speciale tra me e lui", commentò Visca, professore al Liceo Artistico di Pescara dove Andrea Pazienza, appena tredicenne, si trasferì lasciando la Puglia e la sua San Severo (Foggia) dove oggi vive ancora parte della sua famiglia e dove il celebre fumettista è sepolto, accanto al papà, sotto la lapide 'Paz'.
"Andrea era vivacissimo, sensibile, molto intelligente. Il nostro - racconta Visca - era un rapporto paritario, io avevo solo 11 anni più di lui. Tecnicamente non gli ho insegnato nulla. Non ne aveva bisogno. Non disegnava mai fuori scala anche se io gli dicevo che poteva farlo". Ogni estate, ricorda, "Andrea mi invitava ad andare a casa sua a San Menaio, mi diceva che il mare era bellissimo e ci saremmo divertiti ma io, con moglie e figlia, mi sentivo a disagio e non accettavo. Mi aveva anche disegnato la mappa che conservo insieme a circa 130 opere di Andrea. Per questi no lui si arrabbiava terribilmente e mi massacrava". Gran parte del murale ritrovato ritrae Visca con baffoni e profilo come quello di un fascio littorio, con svastiche e la scritta 'Hasta la Visca!'. "Mi ritraeva come un nazista, il suo senso dell'ironia ribaltava completamente la realtà . Sono alto, avevo folti baffi e lunghi capelli: ero pane per i suoi denti. Mi massacrava con tre segni. Faceva circolare sottobanco mie caricature, anche pornografiche. Poi mi diceva 'Ti sei arrabbiato?' e io rispondevo 'No, però sono diventato lo zimbello della citta' '". Visca non ha dubbi: "Sono la persona vivente più rappresentata da Pazienza".
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