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Nel Totopalma di Cannes 5 film per un mondo post covid

Nel Totopalma di Cannes 5 film per un mondo post covid

Buone speranze per i nostri Bellocchio e Moretti

CANNES, 25 maggio 2023, 19:40

di Francesco Gallo

ANSACheck

Opening Ceremony - 76th Cannes Film Festival © ANSA/EPA

Opening Ceremony - 76th Cannes Film Festival © ANSA/EPA
Opening Ceremony - 76th Cannes Film Festival © ANSA/EPA

In un'edizione di buon livello in odor di Palmares in questo 76/o Festival di Cannes che si chiude sabato - mancando all'appello solo due opere, La Chimera di Alice Rohrwacher e The Old Oak di Ken Loach - ci sono cinque lungometraggi e due con protagonisti molto simili, ovvero antieroi che guardano a Chaplin e al cinema muto nel segno di una speranza post-covid vero, fil rouge di questo festival. Si tratta del film Perfect days di Wim Wenders, passato oggi, e di Fallen leaves di Aki Kaurismäki. Due storie con angeli caduti sulla terra che danno speranza.
    In pole position poi Anatomy of fall di Sandra Huller; The zone of interest di Glazer e Monster di Kore'eda. Per i due italiani in concorso, ovvero Rapito di Marco Bellocchio e Il sol dell'avvenire di Nanni Moretti, buone speranze, ma forse più per il regista di Bobbio che per quello romano.
    Ecco i film in campo: Perfect days di Wim Wenders con protagonista Hirayama uomo dalle tante chiavi, ma non ricco.
    Lavora infatti come addetto alle pulizie dei bagni a Tokyo. Un po' antieroe e un po' angelo caduto, circa cinquant'anni, baffi curati, sembra contento della sua vita semplice. È un uomo metodico, con una vita quotidiana identica a se stessa, divisa tra la passione per le fotografie digitali degli alberi (che seleziona e cataloga in degli scatoloni), la musica (usa ancora le musicassette d'epoca) e i libri, tra cui quelli di William Falkner e Patricia Highsmith, che prende regolarmente in biblioteca.
    In Fallen leaves di Aki Kaurismäki protagonisti Holappa, metalmeccanico allampanato dal volto perennemente triste e con un problema non da poco, beve continuamente ("lo faccio perché sono malinconico" confessa a un amico) e Ansa che ha un contratto a termine come cassiera di supermercato ed è altrettanto malinconica. Il fatto che i due siano in fondo perfetti l'uno per l'altro lo si capisce subito, ma sembra che tutto il mondo gli sia però ostinatamente contro. Nell'ordine: i due si incontrano in un locale di karaoke troppo buio e lui non canta ("non è una cosa da maschi"); un biglietto con il numero telefonico di lei viene perso da Holappa; entrambi poi vengono licenziati più volte e, infine, c'è la loro timidezza esasperata e l'alcol di lui.
    Ma, come in tutte le favole, l'amore vince su tutto anche se la radio dà solo notizie di morti in Ucraina e lo fa nello stile Aki Kaurismäki, tra deadpan (umorismo freddo) e slapstick malinconico, tra impassibilità e ironia.
    Anatomy of fall di Justine Triet, thriller di 150 minuti che non ti stanca. Si tratta di un giallo torrenziale che indagando su un suicidio/omicidio mette sotto la lente di ingrandimento una famiglia particolare, quella composta da Sandra, scrittrice tedesca che vive insieme a Samuel, il marito anche lui scrittore, e al figlio adolescente non vedente, Daniel, in un remoto chalet di montagna sulle Alpi francesi.
    The zone of interest di Jonathan Glazer, regista britannico che non perde un colpo e non è mai banale. Da lui una famiglia come tante, felice nella sua villetta con piccola piscina e giardino pieno di fiori. Solo che la casa confina con un muro, quello di Auschwitz, e siamo negli anni Quaranta e tanto fumo si vede sullo sfondo. Di chi è la casa? Del capitano del campo con tanto di moglie e figli. Di quello che succede oltre quel muro nessuna traccia a parte il rumore quasi inavvertibile della macchina della morte a regime. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Martin Amis recentemente scomparso.
    Monster di Kore'eda è ambientato in una città di periferia circondata da un grande lago con una famiglia composta da Saoro, madre single che ama molto suo figlio adolescente di nome Minato. A un certo punto quest'ultimo inizia a comportarsi in modo strano, un suo insegnante, il signor Hori, gli ha detto che dentro la sua testa vive un cervello da maiale. Si scoprirà solo poi che Minato è stato bullizzato, ma a sua volta bullizza, che forse è un incendiario e ha una relazione molto speciale con un suo coetaneo. A niente varrà l'impegno della madre che si precipita a scuola per capire qualcosa sul suo cambiamento. Minato continua a fare cose strane, è a suo modo un 'mostro' come possono essere un po' tutti gli adolescenti.
    Girato con tanti flashback e flashforward, Monster si complica perché come in una sorta di Rashmoon vediamo la storia con gli occhi della madre, dell'insegnante e del bambino. 
   

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