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The First Slam Dunk, il basket maestro di vita

The First Slam Dunk, il basket maestro di vita

Takehiko Inoue trae dal suo manga cult un film in sala da 10/5

ROMA, 09 maggio 2023, 23:42

Redazione ANSA

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The First Slam Dunk, il basket maestro di vita - RIPRODUZIONE RISERVATA

The First Slam Dunk, il basket maestro di vita - RIPRODUZIONE RISERVATA
The First Slam Dunk, il basket maestro di vita - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Se ci arrendessimo la partita sarebbe finita" diventa il mantra dei caotici ma molto talentuosi giovani cestisti Ryota Miyagi, Hanamichi Sakuragi, Takenori Akagi, Hisashi Mitsui e Kaede Rukawa, componenti della squadra liceale Shohoku, impegnata a sfidare la Sannoh, il team campione del torneo nazionale. Una partita tra fasi di gioco e percorsi di vita, che scandisce il film animato The First Slam Dunk, debutto alla regia di Takehiko Inoue, che adatta per il grande schermo il suo manga cult, Slam Dunk, pubblicato con l'edizione originale dal 1990 e il 1996 e diventato la settima serie manga più venduta della storia. Il lungometraggio, distribuito da Anime Factory (etichetta di Plaion Pictures), prodotto da Toei Animation, arriva nelle sale (l'Italia è il primo Paese europeo dove esce) come evento dall'11 al 17 maggio nella versione doppiata e il 10 maggio in versione originale.
    Una trasposizione, che si aggiunge, fra gli altri, a una serie anime e quattro film (andati in tv e raccolti in dvd) degli anni '90, vari videogiochi e riedizioni dei fumetti. Un successo di pubblico e di critica confermato da The First Slam Dunk, che in Giappone ha avuto otto milioni e mezzo di spettatori, incassando più di 12,2 miliardi di yen (oltre 85 milioni di euro), superando anche Avatar - - La Via dell'Acqua.Il film ha anche vinto agli ultimi Japan Academy Film Prize, il premio come miglior film d'animazione dell'anno, battendo, fra gli altri One Piece Film: Red di Goro Taniguchi e Suzume di Makoto Shinkai. "Ho realizzato il manga (edito in Italia da Panini Comics, ndr) per 6 anni nel periodo dai miei 23 ai 29 anni - spiega Takehiko Inoue nell'intervista sul sito del film -. Allora pensavo, a livello di energia fisica e di convinzioni, che niente fosse impossibile. Il mio personaggio principale (nei manga la storia ha al centro Hanamichi Sakuragi il ribelle nuovo arrivato in squadra) aveva un corpo grande che nascondeva un'enorme abilità, era un eroe dalle infinite possibilità".
    Tuttavia sono passati "26 anni da allora, e la mia prospettiva e il senso dei valori sono molto cambiati anche grazie alle esperienze che ho fatto - sottolinea - Stavolta volevo fosse centrale il punto di vista di chi prova dolore e lo supera. Non tutti hanno possibilità illimitate. Viviamo tutti con il dolore e dobbiamo affrontarlo".
    Così la storia va in scena dalla prospettiva iniziale del 'piccolo', veloce e brillante playmaker della Shohoku, Ryota Miyagi, che ha ereditato da bambino la passione per il basket dal fratello maggiore Sota, morto in un incidente in mare. Il confronto di Ryota con il lutto e di scoperta della propria identità (anche grazie alla pallacanestro) in un'adolescenza difficile, si alternano, fra passato e presente alla partita contro la Sannoh. Uno scontro sul parquet dove non mancano sorprese, incidenti e ripartenze. Il tutto in una polifonia di azioni, riflessioni, dialoghi, pathos, ricordi, tra campo, panchina e spalti: dal 'gigante' capitano della Shohoku, Takenori Akagi che rifiuta di cedere alla stanchezza e la tentazione di mollare, alle tattiche dei due allenatori; dal percorso di Sakuragi, atleta talentuoso, agile e potente capace a mettere a frutto il suo 'genio' nel gioco di squadra, ai cestisti della Sannoh, che iniziano a perdere sicurezza. Un racconto di formazione al quale Takehiko Inoue dà forma con un'animazione "ibrida" tra cgi all'avanguardia e disegno a mano tipico dell'animazione in 2d: "Una formula che ci ha permesso anche di creare espressioni impercettibili e realistiche, nel modo in cui i personaggi scattano, passano la palla, dribblano e tirano" ha detto il regista al Korean Times.
    Inoue ha affrontato il film "con la speranza che avrebbe avuto una nuova vita propria. Come quando disegno una nuova illustrazione dei personaggi anche dopo averli illustrati numerose volte o quando incontro qualcuno per la prima volta".
   
   

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