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L'addio a Gina Lollobrigida, i funerali a Roma

L'addio a Gina Lollobrigida, i funerali a Roma

In Piazza del Popolo i funerali nella Chiesa degli artisti

20 gennaio 2023, 16:02

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

Un momento dei funerali di Gina Lollobrigida nella chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un momento dei funerali di Gina Lollobrigida nella chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un momento dei funerali di Gina Lollobrigida nella chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'eredità "più grande che Gina ha lasciato è l'amore… preghiamo per lei e facciamo in modo che possa riposare in pace". Così Don Walter Insero, con una frase che sembra anche un richiamo a lasciare da parte le polemiche affrontate negli ultimi anni l'attrice, ha concluso l'omelia ai funerali di Gina Lollobrigida, nella Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo. In prima fila ad ascoltarlo il figlio e il nipote dell'attrice, Andrea Milko Skofic e Dimitri, accanto all'ex marito spagnolo Francisco Javier Rigau. Qualche banco più indietro c'era anche l'altra parte coinvolta nello scontro degli ultimi anni, l'assistente di Gina Lollobrigida, Andrea Piazzolla, entrato senza fermarsi con la stampa. Qualche parola invece l'ha detta Rigau: "Gina è una donna che è stata con me l'80% della mia vita. L'ho amata profondamente e ho ricevuto da lei più di quello che ha dato". Tuttavia la presenza dell'ex marito è stata contestata da qualche persona in piazza a fine cerimonia, con grida come "Rigau a casa" o "Vergogna". 

L'arrivo del feretro a Piazza del Popolo è stato accolto dagli applausi della folla, e la fanfara dei Bersaglieri coordinata dall'Associazione Nazionale Bersaglieri e composta da circa 30 elementi, provenienti da Roma e da varie località del Lazio. In chiesa anche le tante corone di omaggio già presenti ieri alla camera ardente in Campidoglio (fra le altre, quella del Ministero della Cultura e di Roma Capitale) e il picchetto d'onore dei Carabinieri ai lati del feretro, sul quale era adagiato il cuscino di rose rosse del figlio e del nipote dell'attrice. A dare l'ultimo saluto all'interprete di La romana, fra gli altri, amici come Mara Venier, Adriano Aragozzini, Barbara Bouchet, Giulio Base e la moglie Tiziana Rocca, Vladimir Luxuria; Patrizia Mirigliani, organizzatrice di Miss Italia, il concorso al quale Gina Lollobrigida era arrivata terza nel 1947 (dopo Lucia Bosè e Gianna Maria Canale); il ministro Francesco Lollobrigida, pronipote dell'attrice; il sottosegretario alla cultura Lucia Borgonzoni e Domenico Petrini, sindaco di Subiaco, la cittadina laziale dove Gina Lollobrigida era nata nel 1927, mentre la premier Giorgia Meloni le aveva dato l'ultimo saluto alla Camera Ardente presente il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. "Gina ci ha insegnato come la vita vada conquistata ogni giorno e si fa con sacrificio e disciplina - ha sottolineato Don Walter Insero -Era una donna coraggiosa e combattiva che ha lottato sempre anche per la sua indipendenza". E'' stata "forte, determinata e molto generosa, aveva compreso la gioia di donare e condividere"; anche grazie al legame personale creato con Santa Teresa di Calcutta, "ha costruito un ospedale per i poveri in india, ed è stata anche attenta ai poveri di casa nostra". Il feretro ora è stato portato a Subiaco, "dove verrà sepolto nel cimitero cittadino - spiega all'ANSA il sindaco Petrini -. Non verrà cremato, verrà posto momentaneamente in una cappella comunale, perché la signora Lollobrigida ha una cappella monumentale in fase di restauro. Quando l'intervento sarà terminato, verrà trasferito là". Tra le persone arrivate in piazza per i funerali, c'è Alina, romena da 29 anni in Italia: "Di lei mi piaceva tutto, il suo modo di raccontare e il suo essere anche pittrice e scultrice. La sua storia mi affascinava, era una donna speciale, mi dispiace che alla fine abbia sofferto". Gina Lollobrigida "per me ha rappresentato una grande attrice, una diva e poi era 'la bersagliera' - spiega lasciando la piazza Sergio, che nella 'fanfara' ha suonato il tricorno contralto - per me che sono stato bersagliere 40 anni è un onore essere qui oggi".

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