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La Siae al governo, per lo spettacolo "aiuti mirati"

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La Siae al governo, per lo spettacolo "aiuti mirati"

Dg Blandini, servono leve fiscali per tecnologia e sicurezza

ROMA, 17 novembre 2022, 09:05

di Silvia Lambertucci

ANSACheck

Il direttore generale della Siae Gaetano Blandini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il direttore generale della Siae Gaetano Blandini - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il direttore generale della Siae Gaetano Blandini - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Un po' di ripresa per lo spettacolo c'è, dopo il dramma della pandemia da Covid e delle chiusure forzate. Eppure non basta. Perché a leggere i dati raccolti dall'Annuario Siae per il 2020 e 2021, i numeri del 2019 soprattutto per alcuni settori sono ancora lontani. E se è vero che a livello generale l'industria culturale italiana sta dimostrando di saper reagire anche alle circostanze più avverse e che il pubblico è tornato in questi mesi a spendere, per completare la traversata del deserto l'aiuto dello Stato servirà ancora. Ne è convinto il direttore generale della Siae Gaetano Blandini, che commenta con l'ANSA i dati del nuovo Rapporto. E mentre lancia un appello al nuovo governo sottolinea: "Niente provvedimenti a pioggia, quello che davvero potrebbe aiutare il mondo dello spettacolo a superare il crash Covid sono interventi mirati, incentivi fiscali e misure che diano la possibilità alle imprese di offrire spettacoli degni di essere visti, di investire sulla tecnologia e sulla sicurezza". Un tema a parte, certo, sono le sale cinematografiche afflitte da una crisi sempre più profonda che al momento appare senza sbocchi e per le quali, sottolinea il dg Siae, servirebbe "uno scatto di inventiva". Perché tutto quello che è stato fatto fino ad oggi per le sale "mi sembra sia servito purtroppo fino ad un certo punto- ragiona Blandini che in passato è stato a lungo anche direttore generale cinema per il ministero della cultura - gli interventi spot non bastano. Le sale italiane avrebbero bisogno di maggiore appeal, dovrebbero poter offrire al pubblico i servizi che in altri paesi sono comuni, dalle poltrone jumbo agli spuntini, e dovrebbero poter godere di una distribuzione diversa dei film". Al netto di tutto questo, dice Blandini, mancano al momento per le sale "ipotesi in grado di invertire la tendenza. I dati che abbiamo raccolto nel nostro annuario ci dicono questo, certificano che il film in sala in Italia sta morendo. Per questo dico che serve uno scatto di inventiva, perché l'aiuto che serve in questo caso è anche un aiuto di idee, un sostegno intelligente che faccia invertire questa tendenza che impedisca al cinema come lo abbiamo sempre conosciuto di morire".
    Se il cinema in sala soffre, anche il teatro di prosa in Italia non ride: "Anche in questo caso il confronto con altri Paesi ci dice che le politiche fatte fino ad oggi sono state squilibrate.
    Il pubblico dei nostri teatri è vecchio, i grandi teatri puntano tutto sugli abbonamenti. A Londra o a Parigi se uno spettacolo funziona resta in cartellone per anni e si tratta sempre di spettacoli in grado di attrarre un pubblico che va almeno dai 15 ai 90 anni, da noi non è così, per portare i giovani a teatro si fa poco". E poi ci sono le discoteche, uno dei comparti forse più penalizzati dalle chiusure per la pandemia che in questo caso è durata più a lungo, basti pensare che qui la spesa del pubblico è passata dai 715 milioni del 2019 ai 45 del 2021: "Le discoteche devono offrire maggiore sicurezza e maggiore qualità, ormai si può fare" risponde Blandini, "devono investire per offrire un servizio sempre migliore e accurato". In tanto nero una nota positiva comunque c'é e sono i numeri che arrivano dai live, i concerti di musica leggera, un settore che tra il 2020 e il 2021 ha fatto un balzo in avanti, per quanto riguarda gli spettatori addirittura del 113%. In questo caso i biglietti venduti nei primi sei mesi del 2022 sono addirittura superiori a quelli dell'analogo periodo del 2019 (6,2 milioni contro i 5,5 dell'anno pre Covid). "Segnali positivi che fanno ben sperare", commenta Blandini, che ancora una volta sottolinea come sia sempre "la qualità dell'offerta a fare la differenza". Per consolidare questo successo, dice, "bisogna ampliare la platea, portare i grandi concerti anche fuori da Milano e Roma, pensare ad associazione di artisti per riempire gli stadi quando non ci sono big del calibro di Vasco Rossi, farsi venire delle idee come ha fatto Jovanotti con i suoi Jovabeach". Servono aiuti, insomma, ma anche inventiva e idee "Insieme per superare le sfide del futuro".
   

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