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La Scala apre con un'opera russa. Meyer: "No alla caccia alle streghe"

La Scala apre con un'opera russa. Meyer: "No alla caccia alle streghe"

Il sovrintendente: "Quando leggo Puskin non mi nascondo"

MILANO, 06 giugno 2022, 19:38

di Bianca Maria Manfredi

ANSACheck

Scala apre con opera russa. Meyer, no caccia alle streghe - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scala apre con opera russa. Meyer, no caccia alle streghe - RIPRODUZIONE RISERVATA
Scala apre con opera russa. Meyer, no caccia alle streghe - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sarà Boris Godunov ad aprire il prossimo 7 dicembre la stagione lirica della Scala. Titolo russo, capolavoro di Musorgskij, che era in progetto da tempo e che non è stato cambiato a conferma che il teatro non intende fare "nessuna caccia alle streghe", né "cancellare le opere russe". E' stato "doveroso" chiedere, primo teatro al mondo, a Valery Gergiev di fare una dichiarazione a favore di una soluzione pacifica al conflitto in Ucraina e poi rinunciare alla presenza del maestro che non ha risposto ma per quanto riguarda altri artisti come Anna Netrebko e il basso Ildar Abdrazakov "ricevere un riconoscimento non fa di loro guerrieri". "Non è giusto penalizzare l'aspetto artistico per la tragedia che sta succedendo" aggiunge il direttore musicale Riccardo Chailly. E comunque "ci auguriamo che a Sant'Ambrogio ci sia la pace, e allora che bello avere un'opera russa" aggiunge il sindaco Giuseppe Sala.

Ma ha ragione Meyer. Nella conferenza stampa di presentazione della prossima stagione della Scala c'è molto di più: ci sono ad esempio nuove tariffe scontate per i giovani fra i 30 e i 35 anni, inclusa la possibilità di prendere un intero palco a metà prezzo. Un modo per avvicinare i giovani che si aggiunge alle offerte per gli under30 e per i bambini, che hanno anche una stagione a loro dedicata. C'è il progetto di efficientamento energetico da 1,7 milioni che la Scala spera di finanziare con il Pnrr dato che la bolletta quest'anno "passerà da due a quattro milioni" e anche quello per il rifacimento della facciata che entro l'anno tornerà al sua aspetto neoclassico. Ma soprattutto c'è una stagione che torna "non brutalmente" verso i livelli pre covid "perché siamo ancora convalescenti" con 14 titoli di opera per un totale di 90 recite, sette balletti (oltre alla seconda edizione del Gala Fracci che diventerà una tradizione), una stagione sinfonica di sette concerti che include anche l'ottava di Mahler, la cosiddetta sinfonia dei mille per l'organico mastodontico che richiede (e che includerà infatti anche il coro della Fenice). E poi concerti speciali, orchestre ospiti, recital.

Sono sette le nuove produzioni: l'opera barocca Li zite 'ngalera di Leonardo Vinci, cantata in napoletano con sottotitolo in italiano, Rusalka di Dvorak con la regia di Emma Dante, L'amore dei tre re di Italo Montemezzi con regia della Fura dels Baus e Michele Mariotti, Peter Grimes firmato da Robert Carsen e la direttrice Simone Young, Les contes d'Hoffmann affidati a Davide Livermore, I vespri siciliani con Fabio Luisi e regia di Hugo De Ana, e Boris appunto con la regia di Kasper Holten. Mai andata in scena perché cancellata a causa di un focolaio di covid poco prima del 7 dicembre 2020 arriverà finalmente Lucia di Lammermoor con Chailly e le superstar Juan Diego Florez e Lisette Oropesa, andata solo in streaming tornerà anche Salomé con Zubin Mehta. Tornano poi Andrea Chenier e Macbeth che hanno aperto due delle ultime stagioni. E fra i grandi ritorni c'è quello della inossidabile Bohème di Franco Zeffirelli, continuamente ripresa dal 1963 e questa volta diretta dalla coreana Eun Sun Kim. E dovrebbe essere normale avere due direttrici in stagione, ma è da segnalare perché finora non era mai successo. Sarà russa anche l'inaugurazione della stagione di ballo con Lo Schiaccianoci di Cjkovskii nella coreografia di Nureyev. In alcune delle rappresentazioni danzerà anche Jacopo Tissi, primo ballerino del Bolshoi tornato in Italia dopo lo scoppio della guerra, che sarà anche in altri due balletti classici Romeo e Giulietta e Il lago dei cigni, dedicato quest'ultimo a Ezio Frigerio che ne ha curato la scenografia. Fra le novità Aspects of Nijisky, rivisto attraverso le coreografie di John Neumeier a cui prenderà parte anche Roberto Bolle. Una stagione "bellissima" promette Meyer. Vedere per credere.

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