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A Cannes festa per Les Amandiers, Sharon Stone regina red carpet

A Cannes festa per Les Amandiers, Sharon Stone regina red carpet

6/a giornata con protesta femminista, in gara anche Holy Spider

CANNES, 22 maggio 2022, 20:09

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

Sharon Stone © ANSA/EPA

Sharon Stone © ANSA/EPA
Sharon Stone © ANSA/EPA

Con un red carpet stellare, con la divina Sharon Stone regina della Montee des Marches per la premiere di LES AMANDIERS di Valeria Bruni Tedeschi il sesto giorno del festival di Cannes può dirsi archiviato. Tra decine di fotografi e una grande folla accalcata dietro le transenne la Stone, bellissima e sorridente, non ha mancato l'appuntamento con lo scenografico tappeto rosso del Grand Theatre Lumiere. Era in bianco e azzurro dai gioielli alle scarpe e con un vestito con un lungo strascico che scenograficamente si è tolto rimanendo in lungo dritto e sfilando come una modella.

Tantissime celebrità  come Paolo Sorrentino chiamato da Thierry Fremaux per le celebrazioni del 75/o festival in programma tra il 24 e il 25 maggio, Tahar Rahim, Carla Bruni, Clotilde Coureau. Con un grande cappello nero calato sulla testo e una mise al solito eccentrica ha fatto la sua apparizione anche Isabelle Adjani, mentre Isabelle Huppert, altera in lungo verde con i guanti in tono, dopo aver mancato la Montée des Marches qualche sera fa per il suo film Eo di Jerzy Skolimowski si è vista per Les Amandiers. La regista torinese era accompagnata da tutto il suo cast, da Louis Garrel alla protagonista Nadia Tereszkiewicz.



    Il film di Valeria Bruni Tedeschi, il suo quarto da regista, in gara per la Palma d'oro, ha caratterizzato la giornata festiva: c'era molta attesa per il film che batte bandiera francese, produttivamente realizzato in Francia con partecipazione minoritaria italiana (Bibi Film di Angelo Barbagallo, con Rai Cinema e Lucky Red che distribuirà in sala) , un film drammatico che racconta ispirato alla sua stessa biografia, gli anni formativi nella scuola di teatro di Patrice Chereau, un imprinting di vita e di professione mai dimenticato. Non a caso il titolo internazionale è For ever young, per sempre giovane, proprio per sottolineare come uno scatto fotografico la vita di quel momento, nel 1980 in cui la Bruni Tedeschi ha frequentato il laboratorio di Chereau insieme ad un gruppo di coetanei condividendo speranze e amori ma anche dolori per la droga e l'Aids che cominciava a fare vittime. "Lui ti trasmetteva la febbre, per questo lavoro, per la vita, per le passioni, per l'amore, una febbre che tutti vorremmo avere", ha detto Louis Garrel che lo interpreta in Les Amandiers e che lo ha conosciuto ed è stato un suo attore. Aver fatto la scuola di Chereau è stata una specie di leva militare, totalizzante: "c'era una grandissima vitalità, una giovinezza che esplodeva, una energia incredibile e anche - ha spiegato Bruni Tedeschi - una violenza nel senso che lui era fortemente esigente nei confronti degli attori, poteva essere brusco, duro". Prosegue Garrel: "Patrice era un Dio vivente, tutti me compreso allora erano soggiogati da questa mentalità forte. Anche se eri in una cena con lui, dava l'impressione di lavorare sempre, sempre concentrato, angosciato, mai leggero, aveva una grande passione per il lavoro e per gli attori, un po' come Nanni Moretti". Un po' scherzando un po' no Garrel ha rivelato: "Valeria era innamorata di lui".
    L'altro film del concorso HOLY SPIDER del regista iraniano naturalizzato danese Ali Abbasi, è la storia di Saeed (Mehdi Bajestani) che decide di ripulire la città santa di Mashhad dalle prostitute di strada immorali e corrotte. Diventa così un serial killer. Basato su una storia vera, tra le curiosità di questo film molte scene hard. Uscirà in sala con Academy Two.
    Nel pomeriggio durante la Montee des Marches di Holy Spider una insolita azione di protesta sul red carpet con tanto di fumogeni. Le femministe del movimento "Les Colleuses" hanno srotolato un lungo lenzuolo bianco con i nomi di battesimo di 129 donne che sono state uccise dai mariti e dai compagni, vittime della violenza domestica. Al festival erano per RIPOSTE FÉMINISTE , il documentario presentato da Marie Perennès e Simon Depardon, con ospiti in sala le registe attiviste Catherine Corsini e la polacca Agnieszka Holland venute a vederlo e a dare sostegno, in cui si racconta il movimento delle 'incollatrici'.
    Di notte tappezzano le strade attaccando collage con messaggi di sostegno alle compagne, denunciando il femminicidio. E rischiano l'arresto. In sala sono state accolte da applausi.
   

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