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Del Bufalo, un 'Sette spose' western e femminista

Del Bufalo, un 'Sette spose' western e femminista

Con Baz, regia di Cannito a Roma, poi Lol. "Mai stata no-vax"

ROMA, 18 gennaio 2022, 19:37

(Daniela Giammusso)

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Musical Sette spose per sette fratelli Diana Del Bufalo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Musical Sette spose per sette fratelli Diana Del Bufalo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Musical Sette spose per sette fratelli Diana Del Bufalo - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Il musical era il mio sogno da sempre. Ma ormai mi ero rassegnata: venivo sempre scartata al primo provino, appena ballavo. E sì che avevo partecipato pure ad Amici. Per carità, non voglio biasimare chi non mi ha preso, però ci rimanevo proprio male. Ho cominciato a pensare di non essere brava abbastanza. Poi, energie della vita, me ne hanno proposti tre tutti insieme. Ho scelto l'appuntamento immancabile del Natale per me e mia mamma". Fiume di parole e ironia, a raccontarsi è Diana Del Bufalo, l'attrice che dopo tante fiction, cinema e conduzioni tv, è alla sua prima volta in teatro. Insieme a Baz è la protagonista di "Sette spose per sette fratelli", il musical tratto dal film della Mgm di Stanley Donen (premiato con l'Oscar alla colonna sonora nel 1955), ora con regia e coreografie di Luciano Cannito e la direzione musicale di Peppe Vessicchio. Il debutto, al Teatro Brancaccio di Roma dal 19 gennaio al 6 febbraio, per poi partire in tournée fino ad aprile, con tappe anche ad Avellino, Torino, Milano e Reggio Emilia. "Come va? Beh, recitare in un musical non è mica facile - ride lei con l'ANSA - Già in teatro ogni sera deve essere sempre 'buona la prima', ma poi devi cantare e ballare insieme. Ed essere assolutamente autosufficiente su tutto, movimenti, oggetti di scena: se sbagli un attimo, salta tutto". Con un cast di 20 attori, cantanti e ballerini, l'orchestra dal vivio, il libretto di Lawrence Kasha & David Landay e le liriche di Johnny Mercer, "Sette spose per sette fratelli" è un tuffo indietro nel tempo, nell'Oregon del 1850. In una fattoria tra le montagne vivono i sette fratelli Pontipee: Adamo, Beniamino, Caleb, Daniele, Efraim, Filidoro e Gedeone. Quando Adamo, il maggiore, si rende conto che è arrivata l'ora di trovare una moglie che si occupi della casa e della cucina, si reca in città e incontra Milly, la cameriera della locanda. È colpo di fulmine e i due se ne tornano a casa insieme. La storia prosegue con Milly che si ritrova a dover gestire sette uomini non proprio avvezzi alla presenza di una donna, grandi balli, risse da saloon e un vero e proprio rapimento di altre sei fanciulle da sposare. Il tutto con leggerezza e sorriso sulle labbra, ovviamente, ma certo, non proprio una trama da far felici movimenti come il Me too. "E' vero - risponde la Del Bufalo, che dal 24 febbraio sarà anche tra i protagonisti della seconda stagione di Lol - Chi ride è fuori su Amazon Prime - Ma Cannito ne ha dato una lettura molto più moderna. Senza cadere in esagerazioni, come la condanna del bacio del principe nelle favole, ha impresso una sua chiave più femminista e un po' alla Quentin Tarantino. Siamo in piena atmosfera western e anche noi ragazze giriamo con pistola e cinturone: come dire, guai a chi ci tocca. Si mostra la forza delle donne, la determinazione a non piegarsi e la capacità di tenere testa laddove non veniamo rispettate". A guidarla tra le note, c'è Vessicchio, "l'ultimo degli sciamani", dice lei. Ma anche il Maestro per eccellenza in tanti anni di Sanremo. "Io al Festival? Sono andata una volta per presentare la fiction Studio Uno e mi si sono tappate le orecchie per la paura. È un palco che non reggo neanche come ospite, figuriamoci cosa potrebbe accadere a cantare", ride. Impossibile, però, non tornare sulle polemiche scatenate da alcuni suoi interventi sui social in tema di vaccini. "Una volta per tutte: non sono una no-vax - dichiara la Del Bufalo - Anzi, non so nemmeno cosa voglia dire. Io ho un medico di base che mi ha sconsigliato di fare il vaccino per alcuni miei problemi. Per carità, ci possono essere pareri contrastanti, ma io mi sono fidata di quello che mi ha detto la mia dottoressa. Sui social sono sempre limpida e chiara, se qualcuno mi fa una domanda, rispondo. Diciamo che questa storia mi ha insegnato a tacere di più. Mi sono arrivate persino minacce di morte. Ci tengo però a dirlo: sono sempre andata alle prove nel rispetto di tutte leggi e norme. Mi faccio tamponi ogni 48 ore, insieme a tutti gli altri. Al Brancaccio l'attenzione alla sicurezza è massima e si seguono strettamente le regole".

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