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Un anno fa moriva Gigi Proietti

Mattatore a teatro, showman assoluto, maestro per i più giovani

Redazione ANSA ROMA

Il 2 novembre 2020 moriva Gigi Proietti. Mattatore a teatro, showman assoluto, maestro per i più giovani, direttore e organizzatore se ne è andato proprio nel giorno del suo compleanno: il 2 novembre, traguardo degli 80 anni. Ricoverato da giorni in una clinica romana per accertamenti, era stato colpito da un grave scompenso cardiaco. 

Gigi Proietti (LA SCHEDA).

E la Capitale piange e omaggia il suo mattatore: Roma tributa il suo omaggio a Gigi Proietti con una foto sul monumento simbolo della città, il Colosseo, sulla facciata di Palazzo Senatorio, il Campidoglio, la casa dei romani. Le immagini che ricordano l'attore resteranno fino al giorno del funerale.

Gigi Proietti aveva pubblicato un'autobiografia dal titolo 'Tutto sommato - Qualcosa mi ricordo', (Rizzoli). E se lui ricordava qualcosa l'Italia ricorda moltissimo dell'eterno Mandrake di Febbre da cavallo (o se preferite, Il maresciallo Rocca della tv e il Gastone teatrale) che dall'Accademia al teatro d'avanguardia, dal teatro Tenda al varieta' e alla tv ha attraversato oltre mezzo secolo di spettacolo italiano. 

E' arrivato ad ottant'anni con una storia ricca, di vero attore, di maestro di tecnica, di personaggio di grande ironia e carisma, amatissimo dal pubblico piu' evoluto come dalla grande platea degli spettatori televisivi. Un personaggio pubblico, quindi, ma che ha sempre difeso la sua vita privata fino all'ultimo, nei momenti positivi e in quelli negativi come il ricovero in terapia intensiva della notte prima dei suoi ottanta, in piena era covid, ma per un attacco di cuore che non era il primo.

Nato a Roma il 2 novembre 1940, appassionato musicista e cantante fin dalla giovinezza, durante l'universita' si avvicina al teatro sperimentale.

 

Nel 1970 trionfa nel musical 'Alleluja brava gente'. Da allora, la sua carriera e' una serie di successi a teatro, al cinema e in televisione. E' anche doppiatore , tra gli altri, di Marlon Brando, Robert De Niro, Dustin Hoffman ma anche del primo Rocky e del funambolico genio di Aladdin ("molto divertente ma faticoso") fino a Enzo, il saggio golden retriever protagonista di Attraverso i miei occhi. Poi regista e poeta teatrale.

 In circa 50 anni di attivita' ha collezionato 33 fiction, 42 film, 51 spettacoli teatrali di cui 37 da regista, oltre ad aver registrato 10 album come solista e diretto 8 opere liriche. Una carriera teatrale, da A me gli occhi please, passando per Shakespeare, che aveva riassunto in uno spettacolo, Cavalli di battaglia, scelto per festeggiare nel 2016 i suoi 50 anni in scena coronati dalla direzione quindicennale dell'elisabettiano Globe Theater di Roma. Anche se molto prima la sua scuola, e la sua vocazione di maestro, si era espressa al Brancaccio, di cui fu direttore dal1978, insieme a Sandro Merli, per dare vita ad una fucina di talenti tra cui figurano Flavio Insinna, Chiara Noschese, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano, Massimo Wertmüller, Paola Tiziana Cruciani, Rodolfo Laganà, Francesca Reggiani, Gabriele Cirilli e Sveva Altieri. Attori che come lui sanno attraversare i generi e che hanno conquistato il cuore del pubblico televisivo come ha fatto Proietti, prima come conduttore (suo un Fantastico 4 nel 1983) poi come protagonista di fiction fortunatissime come Il Maresciallo Rocca, arrivata a conquistare anche 16 milioni di telespettatori, poi L'avvocato Porta sempre uscito dalla penna di Marotta e Toscan, Una pallottola nel cuore e molto altro.

LA POESIA DI FAVINO PER RICORDARLO

''Raccontare la propria vita non e' cosa da tutti - scrisse sempre nella sua autobiografia - Certo, chiunque puo' ricordare gli episodi, cercare di storicizzare, fare riflessioni su come passa il tempo e come cambiano le cose. Ma l'odore della poverta' misto a quello del sugo della domenica, i richiami delle mamme ai figli discoli che non tornano per cena, l'allegria irrecuperabile del mercato, le chiacchiere sui marciapiedi come li spieghi a chi non c'era? I 'faccio un goccio d'acqua' sui muri ancora freschi di calce, la partita a tressette, la vita in strada, le donne ai davanzali, le chiacchiere dei disoccupati... Tutto questo, come puoi farlo rivivere in chi legge?'', per arrivare a concludere che ''forse non e' stato neppure come lo ricordi tu, perche' nel ricordo hai enfatizzato qualcosa, e qualcos'altro hai rimosso''. Ora nel bellissimo cameo del Mangiafuoco nel Pinocchio di Garrone, tornerà ancora una volta al cinema, si proprio lui che si lamentava sempre di aver fatto in fondo pochi film, con Marco Giallini e la regia di Edoardo Falcone in "Io sono Babbo Natale" annunciato, sempre che i cinema riescano a riaprire, per il 3 dicembre. E saluterà come piaceva a lui, in commedia.

    

UN ANNO FA IL CORDOGLIO DEL MONDO DELLE ISTITUZIONI E DELLA POLITICA - "Attore poliedrico e versatile, regista, organizzatore, doppiatore, maestro di generazioni di attori, erede naturale di Ettore Petrolini, era l'espressione genuina dello spirito romanesco. Desidero ricordarlo anche come intellettuale lucido e appassionato, sempre attento e sensibile alle istanze delle fasce più deboli e al rinnovamento della società". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione."Con Gigi Proietti non se ne va solo uno dei volti più amati dal pubblico, ma anche uno straordinario protagonista della nostra cultura. Proprio nel giorno del suo compleanno ci lascia un genio dello spettacolo che ha saputo divertire e commuovere milioni di italiani. La sua scomparsa addolora tutto il Paese". Lo ha scritto su Facebook il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Con Gigi Proietti scompare un grande protagonista della commedia italiana, un uomo di cinema e di teatro che ha vissuto intensamente la sua arte, apprezzato da milioni di italiani. Un maestro, un artista geniale che ha saputo realizzare i suoi sogni con generosità, facendo vivere realtà come il Globe Theatre a Villa Borghese, il Brancaccio e la sua scuola di recitazione che sono stati una vera e propria fucina di nuovi talenti. La sua risata sonora, il suo sguardo magnetico, la sua voce profonda, la sua genuina romanità ci mancheranno". Così il ministro per i Beni e le attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschini

IL SALUTO DEL MONDO DELLO SPETTACOLO - ''Ci lascia un attore gigantesco''. Così su Facebook Carlo Verdone. ''Sul palcoscenico tra i migliori se non il migliore. Enorme presenza scenica, maschera da attore dell'antica Roma, tempi recitativi sublimi. Era un volto che rassicurava che l'identità di questa città ancora vive. Discepolo di Ettore Petrolini, forse più volte ha superato il suo maestro. Autorevolezza, cultura, generosità e umiltà. Questo era Gigi Proietti'' conclude l'attore.  "Mi farebbe piacere che a Roma venisse intitolato un grande teatro a Gigi Proietti, magari proprio il Brancaccio che lui ha diretto. Ho la sensazione che lassù stia facendo ridere tutto il creato, che stia facendo divertire con la sua classe, il suo meraviglioso talento e la sua umanità. Ciao Gigi sei tutti noi, il più grande di tutti noi": lo dice un commosso Tullio Solenghi sulla sua pagina Facebook. In un video ricorda il grande attore, un ricordo "che testimonia - dice - anche l'umiltà di questo mostro della scena" "Quindici anni fa - racconta Solenghi - io e Massimo Lopez eravamo in scena con La strana coppia al teatro Brancaccio che lui dirigeva. Fu un grande successo di pubblico e lui venne a gioirne in camerino, tutto contento, ci abbracciò. E poi mi disse, riguardo al personaggio che facevo 'A Tù, daje giù con questo personaggio, fallo più incisivo'. Ma io risposi che preferivo farlo così, lavorare di sponda, di rimessa. 'Va buò', mi rispose. Quando poi finirono le repliche trionfali, tornò in camerino, venne da me e mi disse: 'A Tù, c'avevi ragione tu, come lo fai te è perfetto'. L'umiltà era una delle grandi doti di questo attore". "Addio Gigi. Sullo schermo eri quello che perdeva ai cavalli. Oggi, pero', a perderti e a perdere siamo tutti noi". Sono le parole di addio di Enrico Vanzina al grande attore Gigi Proietti che si e' spento questa mattina in una clinica romana in seguito ad un attacco cardiaco. "Te possino a Mandra' proprio oggi? Ma che è una mandrakata?", firmato er Pomata. Enrico Montesano è addolorato ma ci scherza su. "Gigi aveva un'ironia formidabile, l'avrebbe presa così, raccontando anzi inventando una barzelletta", dice all'ANSA l'attore che in Febbre da cavallo di Steno, film cult, era protagonista insieme a Proietti. "O forse - prosegue scegliendo di sdrammatizzare - avrebbe intonato Ettore Petrolini 'so' contento di morire ma mi dispiace...".

ECCO LA TESTIMONIANZA DI ENRICO MONTESANO

"Va via un pezzo della nostra Roma, quella vera passionale e allegra. Anche dal cielo ci farai stare allegri". Così Francesco Totti, con un messaggio al Foglio, ritwittato dal direttore Claudio Cerasa, ha salutato l'attore scomparso oggi, noto per la sua fede giallorossa. "Gigi ti voglio bene. Roma ti sarà sempre grata", conclude Totti. "Oggi il cielo è grigio e pronto a scoppià in lacrime, ciao Gigi ci mancherai" dice Sabrina Ferilli. "Un attore unico, brillante, poliedrico, generoso, colto, grande intellettuale e capace di arrivare al cuore di tutti. Nel giorno del suo compleanno, un'uscita di scena da grande artista, un coup de theatre riuscito solo a Shakespeare". "Sono sotto choc, mi riesce difficile parlare di Gigi. Perché oltre a essere l'artista che sappiamo, era un grande amico". Renzo Arbore ricorda commosso Gigi Proietti, intervenendo al telefono a Storie Italiane su Rai1. "Avevamo avuto le stesse matrici: venivamo entrambi dal night club, lui a Roma io a Napoli - racconta Arbore - e questo ci univa moltissimo. Appena c'era un progetto, era immediata l'idea di farlo insieme: io correvo da lui, lui da me. Appena ci vedevamo scattava un'alchimia straordinaria. Ci divertivamo e anche la conversazione dopo la pizza era meravigliosa". Per Arbore l'ipotesi di intestargli il Teatro Brancaccio a Roma, che tanto deve al mattatore, lanciata da Carlo Verdone, "è sacrosanta".

"Nooo... Il mio primo Amore. Il più grande di tutti. La storia". Con un cuoricino spezzato e una foto che li ritrae abbracciati e sorridenti, Virginia Raffaele saluta Gigi Proietti su Instagram.

"E' stato un grande artista, un grande amico, un grande maestro: è stato tutto, un attore totale, enorme, di una grandiosità pazzesca". E' commosso Pippo Baudo nel ricordare Gigi Proietti: "Raccoglieva tutto il massimo che un artista può avere: cantava, ballava, raccontava bene, sapeva coniugare il classico e il leggero. E anche quando raccontava una barzelletta, ne faceva una commedia". Negli anni, racconta Baudo, "l'ho visto recitare malato, con la febbre altissima: la scena lo ingigantiva, lo trasformava. E' tipico dei grandi avere momenti di tristezza, di malinconia... ma quando si accendono le luci, partono". Nel 1972 Baudo volle Proietti con lui a Canzonissima: "Lo avevo visto in Alleluja brava gente. Lo invitai, si alternava con Monica Vitti: dietro questi nomi c'è un mondo", sospira il conduttore. Baudo ricorda il successo di A me gli occhi please: "Fu il primo one man show, in scena al teatro Tenda di piazza Mancini. Partì moscio, poi bisognava fare a cazzotti per entrare. Come i vecchi teatranti, Proietti tirava fuori dal baule i suoi personaggi, che diventavano spunto per i suoi sketch e che oggi sono patrimonio della gente. Uno su tutti? Toto e la saùna..., un capolavoro". Proietti, sottolinea ancora Baudo, "cantava benissimo: nel 1995 lo ebbi come concorrente a Sanremo, con Peppino Di Capri e Stefano Palatresi, con il brano Ma che ne sai, scritto da Claudio Mattone. Ci siamo divertiti tanto". E ci tiene, infine, a citare il lavoro per il Globe Theatre: "Ha riportato il teatro shakesperiano nel cuore di Roma, ha fatto un capolavoro".

"Sento un gran dolore dentro, ma so che è stato un privilegio starti vicino e devo farmelo bastare come consolazione. Grazie di tutto, Gigi. Sempre e per sempre". E' l'omaggio di Enrico Brignano, che dice addio a Proietti postando su Instagram un'immagine che lo ritrae giovanissimo, giacca e papillon bianchi, mentre guarda assorto il suo maestro. "Ti guardavo...ti spiavo dietro a una quinta mentre recitavi per carpirti ogni segreto, ma il talento non ha segreti, è talento e basta. E tu ne hai a secchi. Ho sempre cercato nei tuoi occhi l'approvazione: ero l'alunno davanti al maestro, quando c'eri tu tra il pubblico, anche dopo 30 anni di palcoscenico. E se faccio quel che faccio - conclude Brignano è soprattutto grazie a te".

"Dal pestifero Titti all'indomabile Gatto Silvestro: se è vero che mi hai definito uno Stradivari, è altrettanto vero che tu sei stato e rimarrai per sempre il "Cannone" di Guarneri del Gesù di Paganini e Paganini stesso messi insieme! Mi lasci insieme a Sagitta, Carlotta, Susanna, ai tuoi amici e al tuo sconfinato pubblico, orfana del tuo amore, del tuo affetto, della tua straripante bravura". E' l'addio di Loretta Goggi a Gigi Proietti.

"Caro Gigi, mentre noi qui piangiamo la tua assenza tu da lassù con la tua ironia ci guardi con tenerezza. Che Dio ti accolga . Un abbraccio a Sagitta Carlotta e Susanna". Raffaella Carrà saluta così Gigi Proietti e la sua famiglia su Twitter.

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