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Fumettisti italiani all'estero, e' 'fuga dei pennelli'

Fumettisti italiani all'estero, e' 'fuga dei pennelli'

Troppo spesso costretti a emigrare per trovare occasioni

ROMA, 26 ottobre 2020, 16:20

Agnese Malatesta

ANSACheck

Tavola di Angelo LIbutti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tavola di Angelo LIbutti - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tavola di Angelo LIbutti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tanti i disegnatori ed illustratori italiani che si allontanano dall'Italia per dare spazio al proprio talento. Proprio come scienziati e ricercatori che, dopo essersi formati in Italia, non trovano le giuste occasioni professionali e guardano all'estero. Spesso con successo. La "fuga dei pennelli" è da noi un fenomeno significativo: occasione per parlarne è stata la XX Settimana della lingua italiana nel mondo promossa dalla Farnesina, che si è appena chiusa dedicata quest'anno ai fumetti e alle illustrazioni.

   "Con 'fuga di pennelli' - afferma all'ANSA Luigi Vignali, direttore generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del MAECI - intendo un fenomeno che coinvolge tanti disegnatori e illustratori italiani, ma anche pittori e grafici, scultori e fotografi, artisti del visivo in generale, troppo spesso costretti a recarsi all'estero per trovare le giuste occasioni che ne valorizzino pienamente le capacità, le potenzialità, in una parola il talento. Nel settore dei fumetti, sempre più artisti si trasferiscono all'estero, soprattutto in Paesi come il Belgio e la Francia, o negli Stati Uniti, con il grosso bacino di attrazione rappresentato dagli Studios, o ancora in Germania, per esempio sulla scena artistica berlinese, ma anche nei mercati "emergenti" del fumetto, come Cina, Corea, India e Brasile". Esperienze dirette di Vignale, due fumetti finanziati dalla 'sua' direzione: "A Bruxelles, per le tavole di "Una storia importante. Settant'anni di immigrazione italiana in Belgio e oltre", ho conosciuto Antonio Cossu, noto fumettista di origine sarda. A Parigi invece, per il fumetto "Gli Italiani del Père Lachaise" ho conosciuto Virginio Vona, romano trasferito a Parigi. Questi due artisti sono stati direttamente coinvolti nelle nostre iniziative, ma ci sono tantissimi altri fumettisti italiani residenti all'estero". Difficile dare cifre o stime quanti artisti italiani riguarda il fenomeno ma - sottolinea - "moltissimi disegnatori formati nelle scuole di fumetto in Italia hanno poi un'esperienza all'estero. Sono bravi, padroneggiano le tecnologie digitali e riescono quindi a inserirsi facilmente nelle produzioni internazionali di eccellenza, anche realizzando volumi venduti in centinaia di migliaia di copie". Fra i fumettisti 'in fuga', Vignale cita tre disegnatori italiani: Enrico Marini, che opera principalmente in Francia e collabora con lo studio americano DC Comics; Laura Zuccheri, bolognese molto attiva sul mercato francese, prima disegnatrice donna ad aver realizzato una copertina di Tex; e poi Angelo Libutti, trasferito in Canada da vent'anni e fumettista dei Walt Disney Studios per oltre trenta pellicole.
    Secondo Vignali, "la 'fuga dei pennelli' è parte del più ampio fenomeno della partenza dall'Italia delle giovani generazioni: i giovani sono costretti a recarsi all'estero per dare voce alle proprie aspirazioni e mettere a frutto le loro tante risorse umane e professionali, le loro capacità". Riguarda diverse categorie professionali compreso il settore artistico: "Non si tratta tanto di una denuncia - precisa il Direttore Generale del MAECI - quanto di prendere consapevolezza del problema e cercare, se possibile, di invertirne la rotta". A suo avviso, è necessaria "una diversa attitudine dell'intera società italiana nella valorizzazione delle professioni artistiche e di una maggiore consapevolezza dell'importanza di trattenere, in generale, il nostro capitale umano, che si forma in Italia e poi sceglie la strada dell'emigrazione per cogliere migliori opportunità di lavoro e realizzazione all'estero. Si parla di fuga, si immagina così una corsa spedita, ma spesso si tratta di un difficile passo verso paesi stranieri, sono giovani che per l'affermazione professionale sono costretti a partire. Sarebbe invece più facile muoversi all'estero con la prospettiva di rientrare, sfruttando un bagaglio pieno di esperienze da impiegare per far crescere il nostro Paese".
    Per Vignali, "una prima importante misura già presa per favorire il cosiddetto 'rientro dei cervelli' si trova nel Decreto Crescita 2019, con vantaggi e incentivi fiscali per giovani lavoratori, docenti e ricercatori che scelgono di tornare in Italia. Io estenderei queste misure - conclude - anche alla categoria degli artisti, non solo fumettisti e disegnatori, ma anche giovani della moda, pittori e scultori, solo per fare qualche esempio: sarebbe un importantissimo segnale per aiutare l'arte italiana, che da secoli è ammirata in tutto il mondo".
   

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