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Arte per il pianeta, Olafur Eliasson ambasciatore Onu

Arte per il pianeta, Olafur Eliasson ambasciatore Onu

I "respiri" di Jeppe Hein dal Palazzo di Vetro a Central Park

NEW YORK, 22 settembre 2019, 20:49

Alessandra Baldini

ANSACheck

Olafur Eliasson si mette al servizio dell 'Onu come Goodwill Ambassador - RIPRODUZIONE RISERVATA

Olafur Eliasson si mette al servizio dell 'Onu come Goodwill Ambassador - RIPRODUZIONE RISERVATA
Olafur Eliasson si mette al servizio dell 'Onu come Goodwill Ambassador - RIPRODUZIONE RISERVATA

(EMBARGO ALLE 21 ANCHE PER I SITI) (di Alessandra Baldini) Arte per il pianeta. Era il 2003 quando alla Tate Modern apparve il sorprendente "Weather Project" di Olafur Eliasson: un sole artificiale che trasformò la Turbine Hall e cambiò il modo di fare e percepire l'arte.
    Spaziando tra scultura, pittura, fotografia, film e installazioni, il lavoro dell'artista danese-islandese fece da apripista per sensibilizzare alla tangibile fragilità' del nostro pianeta. Eliasson, una cui nuova mostra alla Tate Modern chiudera' a gennaio, da oggi si mette al servizio dell'Onu come Goodwill Ambassador per il clima e gli obiettivi di sviluppo sostenibile di Undp. "La vita sulla terra e' coesistenza tra esseri, umani e non umani, tra ecosistemi e l'ambiente", spiega: "Dobbiamo prendere sul serio l'emergenza clima, fidandoci della scienza e mettendo insieme le nostre conoscenze, la creativita' e la nostra energia". Durante la sua carriera Eliasson ha abbracciato l'impegno sociale con progetti come "Little Suns", l'organizzazione creata nel 2012 con Frederik Ottesen per aiutare un miliardo di persone ad avere accesso all'elettricità, o con le installazioni "Ice Watch": blocchi di ghiaccio della Groenlandia posizionati nei centri di Copenhagen nel 2014, Parigi nel 2015 in coincidenza conta Cop 21, e da ultimo nel 2018 fuori dalla Tate Modern. A suo avviso "la migliore roadmap e' quella tracciata dai 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile.
    Credo che la cultura sia in grado di far capire le sfide che abbiamo davanti". Eliasson non e' il solo artista sceso in campo all'Onu ai margini dell'Assemblea Generale per difendere il pianeta in pericolo: un altro danese, Jeppe Hein, ha creato nell'atrio del Palazzo di Vetro una installazione "in progress" che visualizza l'attenzione che dovrebbe essere posta sull'aria che respiriamo.
    "La vita comincia con una inalazione e finisce con una espirazione. Viviamo vite diverse, e tuttavia ogni respiro ci tiene insieme, connessi, perche' l'aria e' la stessa", spiega l'artista che divide il suo tempo tra Berlino e Copenhagen. Nel suo "Breath with Me" ogni respiro individuale diventa una linea di pittura blu su tela bianca: un respiro collettivo per il clima che tutti condividiamo. Mercoledì l'installazione si spostera' in versione extralarge a Central Park per uno dei piu' vasti programmi di arte pubblica mai montati nel celebre polmone verde di New York. Contemporaneamente decine di testimonial sono stati filmati mentre dipingono il loro respiro: tra i tanti Michael Stipe di Rem, il direttore del Metropolitan Max Hollein, Ralph Rugoff, direttore della 58esima Biennale di Venezia, l'attore di Trono di Spade Nikolaj Coster-Waldau e la collezionista italiana Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.
   

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