Viscerale, brutale e al contempo sensuale. Tra l'imponente Sectional Body Preparing for Monadic Singularity, esposta lo scorso anno nel Parco della Reggia di Versailles. O l'Internal Objects in Three Parts, che lo ha portato tra i Rembrandt del Rijksmuseum di Amsterdam.
Dopo 10 anni di assenza, Anish Kapoor, star britannica di origine indiane, celebre per le sue grandi installazioni e le opere specchiate, torna a esporre a Roma con la personale al Macro di via Nizza fino al 17/4. In tutto 30 opere, con 24 inediti, a cura di Mario Codognato, in un dialogo continuo tra il dentro e il fuori, il concavo e il convesso, ma anche un viaggio archetipico, intimo, dialettico, per rileggere in chiave contemporanea la rappresentazione letterale e metaforica della carne e del sangue.
"Cosa mi ha convinto a tornare a Roma? La Brexit?" dice Kapoor con una battuta. ''Il significato di un'opera - aggiunge - non deve essere quello il problema dell'artista. Si rivelerà nella relazione tra l'oggetto e chi lo guarda''.
''Ci vuole un po' per essere artista. Non avviene immediatamente. Serve un impegno continuo, un lungo processo attraverso il fare o non fare qualcosa che può avere significato. E anche il fallimento non deve spaventare. Fa tutto parte del rischio che un artista deve correre''. Così Anish Kapoor, star britannica di origine indiane, celebre in tutto il mondo per le sue grandi installazioni e le opere specchiate, vincitore nel '90 della Biennale di Venezia, torna a Roma dopo 10 anni di assenza, protagonista della personale al Macro di via Nizza fino al 17 aprile. Una mostra ''assolutamente da vedere'', come sottolinea l'Assessore dalla cultura del Comune di Roma, Luca Bergamo, che nei giorni scorsi ha visto Kapoor stesso impegnato nell'allestimento, accanto al curatore Mario Codognato. In tutto, 30 opere con 24 inediti, in cui al centro è soprattutto una rilettura in chiave contemporanea della rappresentazione letterale e metaforica della carne e del sangue. Una percorso che sembra quasi un unico pezzo, in un dialogo continuo tra il dentro e il fuori, il concavo e il convesso, dove riconoscere anche l'imponente cubo del Sectional Body Preparing for Monadic Singularity, esposto lo scorso anno nel Parco della Reggia di Versailles, e l'Internal Objects in Three Parts, che ha portato Kapoor fin tra i Rembrandt del Rijksmuseum di Amsterdam. ''Il significato non deve essere un problema dell'artista - commenta lui - Spesso, io stesso dico che non ho niente da dire. E' nella relazione tra l'oggetto e colui che guarda che si rivela il significato, con l'osservatore che diventa parte attiva dell'opera. Si, il viaggio di un artista è incerto ma è l'incertezza la cosa interessante''. Viscerali, brutali e al contempo sensuali, tra silicone, pigmenti, alluminio e juta, ecco allora titoli come Unborn - Mai nato, Hung - Appeso, Flayed - Scorticato, tutti del 2016, ma si va anche indietro con L'apocalisse Millennio o il Getsemani rosso sangue. Ma cosa l'ha convinta a tornare a Roma? ''La Brexit?'', risponde lui con una battuta, guardando, poco più in là, l'ambasciatore britannico Jill Morris. ''Roma era l'opportunità giusta, per me e per queste opere - prosegue Kapoor - Ma quanto alla Brexit, bisogna riconoscere che esiste una particolare connessione europea che consente agli artisti di esplorare possibilità culturali diverse. Non farlo sarebbe un grande rischio, così come non esserne consapevoli''. Quanto alle sue radici indiane, aggiunge, ''sono nato e cresciuto in India, ma ho vissuto nel Regno Unito più di 40 anni. Sicuramente una delle mie 'fonti' è l'India, ma il background non è mai uno solo ed è pericoloso esagerare. Bisognerebbe invece trovare un linguaggio umano dell'umanità, che sia addirittura pre-culturale''. ''Costata al Comune 450 mila euro'', come precisa la responsabile dell'Ufficio mostre, Federica Pirani (il resto è coperto da sponsor), la mostra è il primo appuntamento di rilievo da tempo al Macro. ''Il Museo ha sofferto di periodi di incertezza generale, anche nella direzione della città - commenta l'Assessore Bergamo - Nei prossimi giorni presenteremo il quadro generale, ma nel 2016 incassi e visitatori al Macro sono in crescita. L'obbiettivo è far cooperare strutturalmente le istituzioni che operano sul contemporaneo in città''.