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Sanremo: Amara (Erika Mineo), non ho mai smesso di crederci

Sanremo: Amara (Erika Mineo), non ho mai smesso di crederci

Dopo Area Sanremo e Amici, ho imparato a convivere con me stessa

28 gennaio 2015, 17:34

di Claudia Fascia

ANSACheck

Amara - RIPRODUZIONE RISERVATA

Amara - RIPRODUZIONE RISERVATA
Amara - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per quattro volte si e' vista sfuggire sul traguardo la possibilita' di coronare il suo sogno. Per quattro volte ha vinto il concorso Area Sanremo (2008, 2009, 2010 e 2011), rimanendo comunque fuori dalle luci dell'Ariston. Ma Amara, all'anagrafe Erika Mineo, toscana di Prato, non ha mai smesso di crederci e - dopo un paio di anni di silenzio per ritrovarsi - con la quinta vittoria in tasca, il Festival di Sanremo (10-14 febbraio) le ha finalmente aperto le porte, accogliendola tra le otto Nuove Proposte in gara con il brano dall'evocativo titolo Credo, scritto da lei stessa e che definisce "la mia preghiera d'amore. E se non fossi passata neanche stavolta sarei tornata ancora".

Un nome d'arte duro, scelto "dopo che ho imparato a convivere con la parte amara di me. L'amarezza, la tristezza non vanno ignorate, ma accettate e vestite. Ora quello e' diventato il mio punto di forza", dice fiera in un'intervista all'ANSA. Ma l'amara Erika e' una donna di 30 anni che ormai e' in pace, ha fatto i conti con se stessa, passando per un percorso intimistico, spirituale che ha toccato il buddismo per arrivare a una religione piu' universale, che le dona un'aura luminosa. "Quella che spero si veda al Festival. Sono molto serena e voglio affrontare questa esperienza come una bambina. Voglio vivere di stupore e meraviglia. Preferisco pensare a Sanremo come una mostra d'arte con opere da contemplare, piuttosto che come una gara dove devo sentirmi una guerriera. A un sorriso risponde sempre un altro sorriso". Al Festival, pero', ha paura di incontrare "il pregiudizio, quello che ogni tanto c'e' sui giovani" anche se spera di finire "nel bagaglio degli artisti che rimangono impressi, perche' al di la' della gara l'importante e' fuori". Ma non e' tipo da illusioni. "Non piu'. La prima volta che ho avuto aspettative e' stato quando ho partecipato ad Amici 5 - racconta ancora -. Avevo cominciato a 'gattonare' nel mondo della musica come interprete, fui scelta, entrai al serale. Ma poi mi cominciai a rendere conto che non ero io, le logiche del programma tv mi facevano rispondere in maniera diversa da quella che ero. E' rimasta un'esperienza fine a se stessa. Ma la rifarei per capire che quella non e' la mia strada".

Qualche sogno nel cassetto pero' lo ha anche lei, nel frattempo diventata cantautrice: "Come ogni rocker, se potessi vorrei esibirmi a San Siro. E mi garberebbe collaborare con Fossati, duettare con Jovanotti in un pezzo scritto insieme, e vorrei che Mima guardasse Sanremo in quei 4 minuti che ci sono io. E poi, perche' no, anche Tina Turner, in cui mi riconoscevo da bambina". Tra i suoi colleghi-avversari stima Giovanni Caccamo, che l'ha descritta come un mix tra Giuni Russo e Mia Martini. "Che meraviglia - si stupisce -. Ho ascoltato Mia tantissimo. Credo che dentro di me ci sia molto di lei. Sarebbe bello essere la Mia Martini del tremila". Credo sara' inserito nell'album di debutto Donna Libera, in uscita nella settimana sanremese, prima di prendere poi la strada anche del live in primavera. "L'album vive da 5 anni. E' senza censure, senza classificazioni. Ogni pezzo avra' una sua parte letteraria, musicale ed emotiva. E' pienissimo di me".  

AMARA - "CREDO"

 

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