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Quando il Muro ha ispirato il cinema

Quando il Muro ha ispirato il cinema

Le fughe oltre cortina, la morsa della polizia segreta, la voglia e la paura del cambiamento

roma, 10 novembre 2014, 19:13

Redazione ANSA

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Le vite degli altri - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le vite degli altri - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le vite degli altri - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Muro di Berlino, simbolo della guerra fredda, ha fatto da palcoscenico sin dagli anni sessanta per molte pellicole di spionaggio incentrate sulle fughe oltre-cortina di scienziati o militari.

Nel 1966 il maestro del brivido Alfred Hitchcock nel suo 'Il sipario strappato' (SCHEDA) racconta le vicende di Paul Newmann che è uno scienziato americano che finge di voler chiedere asilo politico nella Germania orientale per carpire segreti atomici, oppure 'Funerale a Berlino'  (SCHEDA) con Michael Caine che diretto da Guy Hamilton interpreta l'agente Palmer incaricato dal servizio segreto di far attraversare il muro ad un colonnello russo.

Berlino Est, autunno 1984: il capitano della Stasi Gerd Wiesler viene incaricato di spiare Georg Dreyman, famoso scrittore teatrale ed intellettuale (nelle grazie di Margot Honecker), ritenuto non pericoloso per l'ideologia del regime. Anche il superiore di Wiesler, il tenente colonnello Anton Grubitz, lo incoraggia, promettendogli una promozione nel caso riesca a scoprire qualcosa di compromettente su Dreyman. Insieme alla sua squadra, Wiesler approfitta di una breve assenza di Dreyman dal suo appartamento per piazzarvi microfoni e microspie. Ma l'intercettazione sortirà l'effetto di coinvolgere Wiesler come complice discreto della vita dello scrittore tanto che il Capitano abiura una fede politica incompatibile con l'umanità e la compassione. E' questa la trama de 'La vita degli altri' (SCHEDA) il film Oscar 2007 di Florian Henckel von Donnersmarck che racconta il clima di sospetto e il peso del partito e della polizia nella vita quotidiana.

 

L'addio al totalitarismo dell'Urss è raccontato in  "Good Bye Lenin!" (SCHEDA), titolo di successo di Wolfgang Becker del 2003. La fervente socialista Christiane si risveglia da un coma lungo otto mesi  e trova il mondo letteralmente cambiato: non c'è più un muro a dividere il Paese e si è ormai avviati alla riunificazione sotto un governo post-socialista. Per evitarle il contraccolpo psicologico, ritenuto fatale dai medici, il figlio Alex ricrea la normalità della DDR all'interno di una stanza del proprio appartamento: recupera cimeli, prodotti e giornali della Germania Est, realizza improbabili ma credibili telegiornali della televisione orientale per tenere aggiornata la madre, fino a coinvolgere sempre più amici e vicini nella lunga pantomima, sperando che la donna non scopra mai la verità.

La festa dopo la caduta del muro e un futuro carico di promesse

 

 

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