/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

L'amico di Ramy: 'Noi urtati dalla macchina dei carabinieri'

L'amico di Ramy: 'Noi urtati dalla macchina dei carabinieri'

Fares Bouzidi parla dell'impatto, 'non ho perso io il controllo'

MILANO, 13 dicembre 2024, 17:00

di Igor Greganti e Francesca Brunati

ANSACheck
FACEBOOK/ RAMY ELGAML - RIPRODUZIONE RISERVATA

FACEBOOK/ RAMY ELGAML - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Non ho perso io il controllo, ho sentito questa botta, un urto, questa spinta forte da dietro, poi siamo volati via, questo mi ricordo e ricordo di essermi risvegliato in ospedale". Così Fares Bouzidi, interrogato dal gip, ha raccontato l'impatto che ci sarebbe stato tra l'auto dei carabinieri e lo scooter in fuga che lui guidava e su cui viaggiava Ramy Elgaml, il 19enne morto nell'incidente il 24 novembre scorso tra viale Ripamonti e via Quaranta, a Milano.

La versione del 22enne va dunque ad aggiungersi a quella fornita da un testimone oculare dell'incidente, che ha parlato anche lui di un impatto. In attesa che il deposito della consulenza cinematica sull'incidente, atteso ai primi di febbraio, possa fornire qualche certezza sul tamponamento verosimilmente accidentale, secondo l'ipotesi della Procura, oggi pomeriggio per la prima volta il 22enne ha messo la sua ricostruzione a verbale.

Sentito per due ore dalla gip Marta Pollicino, che ha firmato per lui la misura dei domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale, il giovane, assistito dagli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli, ha anche raccontato che quella notte "non c'è stato un alt dei carabinieri. Sono scappato sì, ma non da un alt, ho incrociato la macchina, avevo paura perché non avevo la patente e sono scappato e loro sono venuti dietro - ha aggiunto -. Ho accelerato e loro ancora dietro, avevo l'ansia perché ero senza patente, poi c'è stato l'urto, la botta, la spinta da dietro".

I quattro carabinieri che hanno firmato il verbale d'arresto hanno scritto che, dopo aver notato l'atteggiamento "sospetto" del "conducente del motociclo", la "pattuglia" con due militari a bordo "si indirizzava verso i due sospettati" ai quali "una volta raggiunti, veniva intimato l'alt", non rispettato. Nel verbale, poi, non si parla dell'impatto, ma dello scooter che, dopo circa 8 km di inseguimento, "effettuava improvvisa manovra di svolta a sinistra" e "scivolava scarrocciando".

Bouzidi, invece, ha sostenuto, come chiarito dai legali, che "istintivamente stava andando verso casa" e che è stata quella "spinta" a "farlo volare via". In tutta quella "corsa - ha detto ancora il ragazzo - speravo di poter rallentare, fermarmi per permettere a Ramy di scendere ma non ce l'ho fatta, non mi ero accorto nemmeno che avesse perso il casco". La loro era stata prima una "serata normale, di divertimento". Non ha saputo dire, come riferito dai difensori, "se ci siano stati altri urti prima, non ha saputo ricostruire con certezza, lui si ricorda l'ultima botta da dietro, la spinta forte in avanti, che ce ne siano stati altri può essere o non essere, non ricorda".

Gli avvocati, intanto, hanno chiesto la revoca della misura per Bouzidi, arrivato in stampelle, date le sue condizioni di salute, dopo il ricovero in ospedale e la convalescenza. Il ragazzo è anche indagato per omicidio stradale, così come il carabiniere che era alla guida della prima auto inseguitrice. Tutti e sei i carabinieri delle tre macchine, che sono arrivate fino in viale Ripamonti quella notte, sono stati perquisiti nei giorni scorsi in un filone aperto per frode processuale e depistaggio e per favoreggiamento. Un giovane teste, infatti, oltre ad aver parlato dell'urto tra auto e scooter, prima che quest'ultimo scivolasse via, e della possibilità che Ramy sia finito sotto l'auto dei militari vicino al palo di un semaforo, ha pure detto che gli venne chiesto dai militari di cancellare un video.

Su questo fronte, nelle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo, è stato nominato un esperto informatico per le analisi sul telefono del giovane, oltre che sui dispositivi dei militari. Nel frattempo, avrà 45 giorni di tempo, termine relativamente breve, l'ingegnere Domenico Romaniello, incaricato dai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini della Procura guidata da Marcello Viola, di "ricostruire la dinamica" dell'incidente. Anche la legale della famiglia di Ramy, l'avvocata Barbara Indovina, ha nominato un proprio consulente.

   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza