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La bambina salvata è in comunità, gli inquirenti indagano sul naufragio 

La bambina salvata è in comunità, gli inquirenti indagano sul naufragio 

La procuratrice dei minori sentirà Jacinta per ricostruire le fasi del viaggio

LAMPEDUSA, 12 dicembre 2024, 20:35

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Jacinta, la bimba di 11 anni, della Sierra Leone salvata in mare dall'equipaggio della barca a vela Trotamar III della ong tedesca CompassCollective, ha trascorso nell'hotspot di Lampedusa la sua prima notte e oggi è stata accompagnata in aereo a Palermo e poi trasferita in una comunità per minori nel Trapanese. Con Jacinta, e non Yasmine come reso noto finora, ci sono gli operatori della Croce rossa gli stessi che l'hanno coccolata dal suo arrivo dopo il salvataggio. 

Gli investigatori, coordinati dalla procura agrigentina, che indagano sul naufragio della barca in metallo con 45 persone a bordo, tra cui la bambina (secondo la versione dell'equipaggio della Trotamar che ha ascoltato il racconto dell'unica sopravvissuta), vogliono vederci chiaro perché alcuni particolari non troverebbero riscontro con dati oggettivi. Gli inquirenti sottolineano che fino a oggi non ci sono tracce di vestiti, scarpe, o bidoni vuoti nell'area, a circa 11 miglia dalla costa di Lampedusa, dove sarebbe avvenuto il naufragio del barchino partito da Sfax e colato a picco in acque Sar italiane.

Le ricerche fatte dalle motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza sono andate avanti per tutta la giornata, ma non è stato trovato nulla e questo sarebbe anomalo. La bambina, inoltre, avrebbe detto di essere stata due o tre giorni in acqua, appollaiata su due camere d'aria con indosso un giubbotto salvagente, ma quando è arrivata a Lampedusa, dopo tre ore dal salvataggio, non è risultata essere in stato di ipotermia e dopo qualche ora ha lasciato il Pte ed è stata trasferita all'hotspot di contrada Imbriacola. L'equipaggio aveva detto che quando è stata salvata era "congelata". Anche questo racconto non sarebbe verosimile per gli inquirenti perchè in quelle condizioni, al freddo col mare in tempesta, non avrebbe potuto sopravvivere per giorni.

"La bambina non era in stato di ipotermia, ma in buone condizioni. Era un po' disidratata", ha spiegato il dirigente medico Francesco D'Arca. Oggi la guardia costiera, che indaga insieme alla polizia, ha interrogato l'equipaggio della barca a vela che ha ribadito ciò che aveva reso noto. "Hanno voluto la descrizione di come abbiamo trovato la bambina e del momento del salvataggio. Abbiamo spiegato loro ciò che ribadiamo da ieri" dicono dall'Ong. Trotamar III ha poi ripreso il largo e ora si trova a Sud di Lampedusa. Jacinta verrà sentita domani dalla procuratrice dei minori di Palermo, Claudia Caramanna, competente per le procedure di ricongiungimento familiare o di affido, e dagli investigatori. Gli inquirenti vogliono sentire direttamente dall'unica testimone le fasi del viaggio e del naufragio del barchino e devono capire se la 11enne abbia dei parenti.

La bambina aveva detto che il fratello era con lei sulla barca affondata mentre il padre era rimasto a Sfax ma anche questo racconto potrebbe non essere realistico e la minore potrebbe essere orfana ed è partita per questo solo col fratello. Se avesse dei parenti i magistrati dovranno valutare se sia possibile un ricongiungimento familiare. Qualora risultasse che la bambina non ha parenti verrebbe dichiarato lo stato di adottabilità e individuata una famiglia a cui affidarla. Il capogruppo del Pd Francesco Boccia, stamane, ha preso la parola in apertura di seduta nell'Aula di Palazzo Madama per chiedere che il governo venga a riferire al Senato sulla vicenda "che è l'immagine della nostra vergogna". Boccia parla di "una rete di solidarietà che si sta smembrando a colpi di decreti ingiusti e disumani".

Il senatore Dem chiede quindi al governo "come mai ci sia stata una strage in mare così, a soli 10 miglia dalla costa di Lampedusa" e "come mai la Guardia Costiera non ne sapesse nulla e non sia intervenuta per salvare". La Ong Sea Watch afferma che "dal Governo italiano solo il silenzio, nemmeno una parola, un commento, un abbraccio, anche solo simbolico, alla sopravvissuta. Per la politica tutta, anche le più alte cariche dello Stato, sembra che l'ennesima strage sia un fatto come un altro, una cosa che capita".

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