Sono numerose le sanzioni
disciplinari che "i vari uffici territorialmente competenti
irrogano ogni anno in piena autonomia. Tra queste, a titolo
esemplificativo, si rammenta un provvedimento ben più pesante,
ovvero il licenziamento, che fu adottato, sempre con la medesima
procedura, nei confronti di un docente che nel 2020 aveva
postato sui social un insulto nei confronti della ministra
Azzolina: in quella occasione nessuno fra coloro che oggi
parlano di censura pensò di addebitare il licenziamento alle
intenzioni repressive del governo e del ministro dell'epoca,
riscuotendo il provvedimento una diffusa soddisfazione". A
scriverlo è il direttore generale del ministero dell'Istruzione
Giuseppe Pierro che interviene in merito alla sanzione
disciplinare irrogata dall'Ufficio Scolastico Regionale del
Lazio a carico del professor Christian Raimo.
"Sarebbe piuttosto opportuno auspicare che alla politica
degli insulti e delle minacce (ancorché "metaforiche") si
sostituisca la politica del confronto e della critica alle idee,
che è democratica se passa dal rispetto delle persone e delle
istituzioni. Valga come monito, fra l'altro, quanto scritto da
Recalcati su Repubblica: "le parole possono diventare proiettili
o bastoni, e corrono il rischio di alimentare passaggi all'atto
violenti"", scrive ancora il direttore generale.
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