"Chiedo scusa a tutti. Anche se non
ricordo nulla, so di avere fatto una sciocchezza: però non
succederà più". Lo ha detto oggi in tribunale a Torino un 42enne
di origini marocchine a proposito dei disordini cui ha dato vita
al pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni Bosco prima di
essere arrestato dalla polizia: secondo le accuse ha inveito
contro un'infermiera del triage, brandendo un coltellino, perché
- è stata la tesi della procura - gli avevano assegnato un
codice bianco.
L'uomo, difeso dall'avvocato Elisa Saraco, in aula ha detto
di essere regolare in Italia da oltre dieci anni, di essere
sposato e di avere due figli a Torino e sei in Marocco. "Sono
laureato in ingegneria - ha spiegato - e lavoro nel settore
dell'edilizia. Due mesi fa ho perso l'impiego, che mi fruttava
un ottimo stipendio, e da allora tiro avanti con l'indennità di
disoccupazione. Ieri, dopo aver bevuto e sniffato cocaina, mi
sono sentito male e ho chiamato l'ambulanza. Volevo del
metadone. Da quel momento non ricordo nulla, tranne che mi hanno
portato in una caserma".
Il quarantaduenne è accusato di violenza pubblica ufficiale.
In attesa del processo, che comincerà a novembre, il giudice lo
ha scarcerato, perché non ha precedenti penali né di polizia, e
non c'è motivo di ritenere che l'episodio possa ripetersi; lo ha
però invitato a farsi seguire da un Sert. Prima di essere
accompagnato fuori dall'aula l'uomo ha detto che ora gli
toccherà "raccontare tutto" alla moglie.
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