Poche lacrime, tanti sorrisi e numerosi omaggi alla "bellezza della vita", com'è stata quella vissuta da questo 'piccolo grande' uomo, gravato dalla progeria: così si sono svolti i funerali di Sammy Basso, il biologo vicentino scomparso sabato scorso a soli 28 anni.
Sul grande prato degli impianti sportivi di Tezze sul Brenta (Vicenza), davanti a 3-4mila persone, accorse anche dall'estero, è andato in scena non un funerale, ma quasi una 'festa' per Sammy, com'era nei suoi desideri. Aveva pensato a tutto, ed ha stupito ancora una volta.
Dall'altare il vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto, ha dato infatti lettura di quanto Sammy aveva scritto già nel 2017, pensando - lui profondamente religioso - al suo addio alla vita terrena, indicando cosa avrebbe voluto e cosa no al suo funerale: "Se c'è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali". Due cose in particolare aveva scritto di non sopportare immaginando le sue esequie: "Di non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non poter consolare chi mi è caro". Concetti profondi e battute fulminanti quelle di Sammy Basso: "ricordatemi pregando, ma anche bevendo un bicchiere di vino, facendo festa. Sappiate che ho vissuto la mia vita felicemente, da essere umano". E ancora: "non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato". E l'ultima immagine: "sono contento che domani il sole spunterà ancora...".
La solennità del rito funebre è stata osservata all'inizio, quando l'arrivo del feretro, coperto da girasoli gialli, è stato accolto in silenzio dalla gente sul pratone. Tra i presenti, il ministro Luca Ciriani, in rappresentanza del Governo, il presidente del Veneto, Luca Zaia, in sindaco di Tezze, Luigi Pellanda. Corone di fiori erano state inviate dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dalla Camera e dal Senato della Repubblica. Tra la folla anche due giovani malati di progeria, amici storici di Sammy. Dal Vaticano il saluto a Sammy è giunto con il messaggio del segretario di Stato, card. Pietro Parolin, che ha ricordato il grande umano e scientifico del giovane nella lotta alla progeria.
"Ho avuto modo di conoscere Sammy - le parole di Parolin - e considero una grazia averlo incontrato. É stato una luce accesa nel mondo, attento all'attualità e pronto a spendersi per la pace, nella convinzione che anche il singolo potesse accendere la speranza e cambiare le cose". Il Sammy della quotidianità, della vita nella provincia vicentina, è uscito nei messaggi dei suoi tanti amici: "caro Sammy, avevi la testa dura, ma il cuore grande. Eri e sarai sempre il riferimento del nostro gruppo".
"Avevi anche dei difetti - ha aggiunto un altro ragazzo - Nonostante ti dicessimo sempre che dovevi stare attento a non farti male, volevi sempre ballare assieme a noi, povere le tue anche... Poi il modo in cui dormivi, le coperte non dovevano mai toccarti i piedi... e le tue scarpe strane, non c'era modo di riuscire ad infilartele giuste al primo colpo". Poi l'eredità più bella che Sammy poteva sperare di lasciare: "Vorremmo ricordarti pensando che un domani, grazie alla tua determinazione e ai tuoi studi, un dottore potrà diagnosticare la progeria in un bambino, e finalmente potrà dire ai genitori che c'è una cura, e che il loro bimbo potrà crescere sano e forte".
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