Nell'altare della parrocchia San
Domenico Savio ci sono tre bare bianche, una a fianco all'altra,
l'ultima ricoperta da un drappo blu e dalla bandiera dei quattro
mori. E' quella del piccolo Francesco, 10 anni, così come ha
voluto il fratello 14enne sopravvissuto alla strage familiare
della mattina del 25 settembre scorso a Nuoro per mano del padre
Roberto Gleboni, l'operaio forestale di 52 anni che con la sua
beretta ha ucciso la moglie e due figli, un vicino di casa e
ferito l'anziana madre, per poi suicidarsi con la stessa
pistola.
Il ragazzo, uscito per qualche ora dall'ospedale dopo la
rimozione di alcune schegge al volto, era in prima fila oggi
pomeriggio con i nonni materni e con gli zii ad accompagnare per
l'ultimo viaggio le salme della madre, Giuseppina Massetti, di
43 anni, e dei suoi fratelli Martina, di 25, e Francesco, di 10.
Con lui il tutore legale e alcuni infermieri, fino al cimitero
per le tumulazioni. Non poteva esserci invece la nonna paterna,
Maria Riccardi, di 84 anni, ferita alla testa dal figlio e
ancora ricoverata in ospedale, ma fuori pericolo.
Nella chiesa gremita di gente, le parole del parroco don
Stefano Paba sono risuonate alte nell'omelia funebre, preceduta
dal coro di Nuoro che ha intonato il brano Perdonu: "questa
nostra comunità ha la volontà di combattere per il bene: caro
Sebastiano (rivolto al 14enne sopravvissuto, ndr), cari
genitori, la comunità nuorese è qui e prega il Signore perché ci
dia la speranza che nessuno può spegnere. Ci dobbiamo aprire
alla speranza anche quando il cuore è ferito dal dolore, perché
questa croce non si supera - ha detto il sacerdote - L'unica
risposta che salva dalla violenza è l'amore". All'uscita dei tre
feretri, lunghi applausi e tanta commozione tra la folla.
La parrocchia è il luogo dove Francesco, qualche mese fa,
aveva ricevuto la prima comunione, qui c'è l'oratorio in cui
passava i pomeriggi con i compagni di scuola, presenti alla
cerimonia funebre insieme agli insegnanti. Nella preghiera dei
fedeli non è mancata una parola per l'omicida-suicida:"Per il
nostro fratello Roberto, Dio lo accolga dove non c'è ansia nella
pace e nell'amore".
Questa mattina la città aveva dato l'ultimo saluto alla
quarta vittima della strage, il vicino di casa Paolo Sanna, di
69 anni, ucciso dall'operaio forestale solo perché si trovava
sul pianerottolo di casa negli istanti che hanno seguito la
mattanza. A Nuoro per tutta la giornata è lutto cittadino,
bandiere a mezz'asta e serrande abbassate. La città, ancora
sotto shock, stenta a rialzarsi da una tragedia che non ha
ancora una spiegazione.
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