"Faccio turni nella continuità
assistenziale e spesso la notte sono da sola in sedi
periferiche. Abbiamo paura a lavorare in queste condizioni. Non
le nascondo che anche io spesso sono stata vittima di minacce e
aggressioni". Così Alessandra Manzi, una dottoressa foggiana
presente alla manifestazione in corso nel capoluogo dauno contro
le violenze sugli operatori sanitari.
Giuseppe Cartagena, medico specializzando, spiega che nel
corso del serivizio di guardia medica "veniamo minacciati e
aggrediti dai pazienti; questo perché spesso chi viene da noi
pretende prestazioni che noi non possiamo erogare. E non serve a
nulla spiegare il perché. Così spesso ci sono pretese fatte con
insistenza, con le offese e le minacce. E questo non è
accettabile. Noi siamo dei professionisti e così vorremmo essere
trattati. Devo aggiungere che, nonostante tutte le difficoltà
strutturali e di carenze di personale, il servizio che viene
offerto sul territorio è ottimo".
Anche la dottoressa Francesca Pastorino ricorda di essere
stata "minacciata e aggredita: ero in servizio in una sede del
servizio di continuità assistenziale della provincia quando un
paziente con problemi psichiatrici mi ha aggredita mentre stavo
parlando con lui. Noi spesso ci troviamo in una situazione
border line. Quando lavoriamo dobbiamo tenere a bada anche
l'emotività che potrebbe essere scatenata dalle accuse, dalle
offese che riceviamo".
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