"Quanto accertato in questa
operazione conferma l'erroneità del concetto di 'mafia liquida'
e di una Cosa Nostra che fa solo affari non curando l'apparato
militare. E' dagli anni Novanta che non mi capitava di vedere un
così ingente quantitativo di armi sequestrate: tre fucili
mitragliatori, di cui due kalashnikov, 8 fucili e 9 pistole,
più circa 2mila munizioni". Così il procuratore capo di
Caltanissetta Salvatore De Luca nel corso della conferenza
stampa sull'operazione "Lua Mater" che ha portato all'esecuzione
di 13 misure cautelari nell'Ennese, tra Regalbuto e
Pietraperzia.
"Il dato è inquietante - continua De Luca - perché il
kalashnikov se ben usato ha una forza tale da riuscire a bucare
anche le blindature. Quale fosse l'utilizzo potenziale di queste
armi si dovrà accertare ma desta una certa inquietudine. Questo
è uno dei distretti d'Italia in cui la criminalità organizzata
ha più armi in rapporto alla popolazione. I due arsenali sono
stati rinvenuti uno a Pietraperzia e l'altro a Regalbuto,
piccoli centri da 7mila abitanti l'uno. Bisognerà accertare il
perché di tutte queste armi". De Luca ha sottolineato come la
Procura e le forze di polizia giudiziaria abbiano esercitato un
controllo sul territorio che ha impedito gravi fatti di sangue.
"E' la conferma - ha aggiunto - che la Procura di Caltanissetta
non si occupa solo dei filoni di indagini sulle stragi del '92
ma anche delle dinamiche mafiose attuali avendo la priorità
della sicurezza dei cittadini. Si ripropone un copione già
visto, cioè un capomafia che esce dal carcere dopo aver scontato
diversi anni di detenzione e godendo di particolare prestigio,
riprende in mano le redini del territorio"
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