La Procura della repubblica di
Venezia ha acquisito gli atti del Consiglio comunale del 2
agosto scorso, nel quale il sindaco Luigi Brugnaro ha dato la
propria versione sui fatti relativa all'indagine per corruzione
nella quale è coinvolto, e ha fornito alcune indicazioni
sull'incontro con l'imprenditore singaporese Ching Chiat Kwong
per la vicenda dei 'Pili', il terreno a ridosso della gronda
lagunare di proprietà del suo blind trust.
L'intervento di Brugnaro viene esaminato assieme a tutta la
documentazione acquisita dalla Guardia di Finanza nel blitz del
16 luglio scorso nelle sedi delle aziende partecipate del Comune
e di quelle private.
Sulla vicenda, che risale al 2016, Brugnaro era già
intervenuto in Consiglio altre volte, e in ognuna avrebbe
fornito versioni diverse. Il 5 novembre 2020 aveva affermato che
l'area fosse "sempre stata edificabile" e di aver pensato che
"era meglio restasse a un veneziano piuttosto che andare a una
multinazionale straniera" ma che nessuno aveva presentato
progetti. Il 21 ottobre 2021, aveva fatto degli accenni alla
valutazione dell'area da parte della società "Porta di Venezia
Spa" da 15 a 85 milioni, che per la Procura erano un'ammissione
di conoscenza di ciò che faceva la sua società passata in capo
al blind trust.
Solo nella seduta del Consiglio di una settimana fa, infine,
per la prima volta Brugnaro avrebbe ammesso di aver avuto
rapporti con Ching per illustrargli le opportunità di
investimento sui Pili ma "il progetto era troppo impattante e
non mi è piaciuto niente e ho avuto grandi dubbi sulla bontà del
progetto, il cui scopo principale doveva essere la realizzazione
del palasport al servizio della città", aveva concluso.
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