Sono passati esattamente cinque anni da quella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, quando sarebbe avvenuto il presunto stupro di gruppo nei confronti di una ragazza italo norvegese, 19enne all'epoca dei fatti, che accusa quattro amici liguri, Ciro Grillo (figlio di Beppe), Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria di aver abusato di lei nella villetta di Porto Cervo di proprietà della famiglia Grillo, dopo una serata passata nei locali della Costa Smeralda tra i quali il Billionaire.
Oggi, nella terza udienza nella quale è stato sentito Corsiglia, l'unico dei quattro imputati che ha deciso di sottoporsi all'esame in aula, sono stati riproposti alcuni frammenti di un video nel quale ci sono anche 28 secondi del presunto stupro di gruppo girato coi telefonini degli imputati, mostrati in aula a porte chiuse nella scorsa udienza. Proprio su questi si è soffermata la legale di parte civile, Giulia Bongiorno, sollevando il dubbio che ad usare il cellulare possa essere stato lo stesso Corsiglia o qualcun altro. Per Bongiorno "sono emerse delle novità e dei punti molto oscuri, di cui non posso dire niente", mentre per i difensori dell'imputato Antonella Cuccureddu e Gennaro Velle non ci sono dubbi o gialli.
"Corsiglia ha ribadito anche in questa udienza di aver avuto un rapporto sessuale consenziente, stimolato dalla ragazza stessa e finito non benissimo perché è stato disturbato dall'intervento degli amici", ha spiegato Cuccureddu. Corsiglia ha, infatti, sempre negato di aver usato violenza nel rapporto sessuale che ha ammesso di aver avuto con la ragazza, che poi denunciò il fatto ai carabinieri di Milano. "Tutti i dati tecnici di quel video sono contenuti nei supporti che sono stati estratti dai telefoni e nei telefoni stessi che sono nella disponibilità del tribunale", ha aggiunto l'avvocata. Ribadendo che non c'è "alcun dubbio, nessuna ombra" su chi ha girato il video ('Oggi ha ribadito che lui dormiva quando sono stati girati questi video'), l'avv. Velle ha anche evidenziato che "non c'è nessuna presa di distanza" dagli altri imputati e "nessun scarica barile".
Le scintille tra i legali sono continuate fuori dall'aula: lasciando il tribunale prima della fine dell'udienza l'avv. Bongiorno ha sottolineato che "non è chiaro perché di fronte ad accuse così gravi non sia stata fatta una denuncia per calunnia contro la mia assistita, cosa che ho chiesto". "Uno si difende nel processo: all'esito del processo si deciderà cosa fare", ha tagliato corto l'avv. Cuccureddu rispondendo ai giornalisti. Ci si avvia verso le fasi finali del processo, con l'attività istruttoria che volge al termine.
Si ritornerà in aula il 23 settembre quando verranno sentiti gli ultimi quattro testimoni della difesa. Poi la parola passerà ai consulenti tecnici, informatici, medico legale, psicologico, psichiatrico sempre della difesa. Secondo una prima stima, all'inizio del prossimo anno si potrebbe arrivare alla requisitoria e alle arringhe; poi, probabilmente in primavera, alla sentenza di primo grado.
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