Ha negato davanti a gip e pm
l'esistenza di un "sistema Sandrino" e si è detto estraneo a
qualsiasi ipotesi di compravendita di voti Alessandro Cataldo,
il fondatore del movimento politico 'Sud al Centro' ai
domiciliari dal 4 aprile scorso con l'accusa di associazione a
delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Per la
Procura di Bari, Cataldo - marito dell'ex assessora regionale ai
Trasporti, Anita Maurodinoia, indagata ma non sottoposta a
misura - sarebbe stato il promotore di questa organizzazione che
avrebbe inquinato le elezioni amministrative di Bari (2019),
Grumo Appula (2020) e Triggiano (2020), oltre che le Regionali
del 2020.
"È tutto nato da una suggestione investigativa - ha detto al
termine dell'interrogatorio di garanzia il suo avvocato, Mario
Malcangi - ha negato il pagamento di 50 euro a voto. I problemi
di corruzione elettorale sono documentati, ma non sono in alcun
modo ascrivibili né fanno capo a lui. Era il coordinatore della
campagna elettorale, ma le ipotesi criminose non sono
ascrivibili a lui". "Capisco la suggestione di credere che un
sistema politico di porta a porta e telefonate sottenda un
comportamento illecito - ha aggiunto il legale -, eticamente la
cosa può essere non compresa dai più", ma non "sottende
illeciti". Quanto agli elenchi con i dati degli elettori,
Malcangi ha spiegato che sono "tipici delle campagne elettorali
per tenere sotto controllo il territorio nel senso migliore del
termine, per verificare che tutte le possibilità di voto siano
state approfondite". "Confidiamo - ha aggiunto - di poter
chiarire le cose, anche se ci vorrà di tempo". Su Armando
Defrancesco, accusatore di Cataldo, il legale ha detto che si
tratta di "un soggetto su cui va fatta una ponderata
valutazione", e che comunque "si è sempre rifiutato di rendere
dichiarazioni alla Guardia di Finanza". Per Cataldo è stata
infine chiesta l'attenuazione della misura cautelare.
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