Sono sbarcati al porto di Pozzallo
i 56 migranti, tra cui una donna e due minori, soccorsi dalla
nave Mare Jonio, a 95 miglia dalle coste libiche dove una
motovedetta del Paese africano ha sparato colpi di arma da
fuoco. In banchina è scattata la macchina organizzativa di
assistenza sanitaria e di soccorso. Allo sbarco era presente
anche Luca Casarini capo missione della ong Mediterranea, che
ha raccontato quello che i migranti hanno subito della Guardia
Costiera della Libia, prima di essere recuperati.
"I soccorritori sono stati testimoni prima di percosse date sul
ponte della motovedetta a persone che volevano scappare e che
abbiamo documentato - ha raccontato Casarini - Uno dei
sopravvissuti ha una ferita alla testa, è stato colpito con un
calcio di fucile. Poi gli spari che hanno generato il panico. I
proiettili sono arrivati ad un metro dai soccorritori".
Dalla Mare Jonio le azioni dei libici sono state filmate e
Mediterranea ha diffuso il video dell'attacco, con scene che
testimoniano il panico, migranti che si buttano in mare per
paura di essere colpiti, altri che dalla motovedetta sembrano
essere spinti in acqua proprio dai libici.
"Questa cosa è avvenuta più vicina all'Italia che alla Libia -
racconta Casarini - con la guardia costiera libica che cerca di
catturare chi va via da quel Paese. Quando mai si spara per
soccorrere? E a sparare sui soccorritori della Mare Jonio è
stata proprio la motovedetta Fezzan 658, già appartenuta alla
Guardia di Finanza e donata proprio dal governo italiano ai
miliziani libici nel 2019. Colpi di kalashnikov in aria, poi in
acqua, verso i soccorritori e i migranti. Inaccettabile".
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