"Una motovedetta della guardia
costiera libica ha cercato di impedire alla Geo Barents di
soccorrere un barcone in difficoltà con oltre 100 persone a
bordo. In acque internazionali. Dopo 2 ore di negoziazioni siamo
riusciti a portare in salvo le persone. Ma alcune famiglie sono
rimaste separate per ore. Con scene di panico tra chi era
rimasto nell'imbarcazione in difficoltà e chi era già in salvo a
bordo della Geo Barents". Lo fa sapere Medici senza frontiere.
Sull'imbarcazione, ha spiegato Fulvia Conte, responsabile dei
soccorsi a bordo della Geo Barents, "c'erano oltre 150 persone
in pericolo. Mentre avevamo già trasportato sulla nostra nave
una dozzina di persone ed uno dei nostri rhibs (i gommoni in
dotazione alla nave, ndr) era pieno di naufraghi, un
pattugliatore libico è arrivato ed ha iniziato manovre molto
pericolose impedendoci di completare l'operazione. I libici - ha
continuato - hanno inseguito il rhib ed hanno provato a salirci
sopra. Per oltre due ore abbiamo avuto famiglie divise con gente
nel panico ed una situazione molto pericolosa".
"Noi - ha sottolineato Conte - abbiamo detto ai libici che
in acque internazionali ogni capitano è obbligato a dare
assistenza alle persone in difficoltà ed è quello che abbiamo
fatto quando abbiamo visto l'imbarcazione ed abbiamo iniziato
l'intervento con nessuna motovedetta intorno. Dopo oltre due ore
di negoziazione i libici hanno lasciato l'area minacciandoci di
conseguenze future e siamo riusciti ad imbarcare tutti. Ma
questa situazione è inaccettabile".
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