"Dati così coerenti e così granulari,
consultabili da chiunque, aiutano a capire come mai, pur a
fronte di un numero assai alto di contenziosi in tutti i settori
del sistema sanitario, non si sia a conoscenza di contenziosi
giudiziari per mancata applicazione della legge 194". Lo ha
detto la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari
Opportunità Eugenia Roccella durante il question time alla
Camera riferendosi alla legge sull'aborto e citando i dati
contenuti nella relazione del ministero della Salute, trasmessa
al Parlamento il 12 settembre 2023.
Roccella, dopo aver premesso di non avere deleghe in materia
e che l'attuazione della legge 194 è "in capo alle Regioni", ha
ricordato che
"il numero medio settimanale di interruzioni volontarie di
gravidanza per ogni ginecologo non obiettore è diminuito
costantemente nel tempo dal 2017 al 2022, raggiungendo
nell'ultimo anno censito quota 0,9 a settimana, meno quindi di
un intervento a settimana, su 44 settimane lavorative. La
spiegazione di questo trend decrescente del carico di lavoro la
troviamo a pagina 67 - ha aggiunto riferendosi alla relazione -
dove si spiega che a fronte di un numero di ginecologi non
obiettori mediamente stabile nel tempo, a diminuire è stato il
numero di aborti volontari, numero che come è noto è in
relazione con il forte calo della natalità".
"A pagina 9 la relazione ci informa anche che - ha proseguito
- 'per ogni mille nascite si conta un punto nascita, mentre per
oltre 1000 aborti volontari si contano 5,3 punti per
l'interruzione di gravidanza'. In proporzione, dunque, esistono
più punti Ivg (Interruzione Volontaria di Gravidanza ndr) che
punti nascita. E questo dato, oltre a restituire una media
generale, è confermato anche dalla disamina della situazione a
livello territoriale, dalla quale emerge che in sei Regioni il
numero assoluto di punti Ivg è superiore a quello dei punti
nascita (Liguria, Emilia Romagna, Sardegna, Toscana, Umbria,
Marche), e in 3 regioni è uguale (Val d'Aosta, Abruzzo) o molto
simile (Piemonte)".
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